Elkann: “Pronti a diluire la quota Fiat per un Lingotto più grande”

Pubblicato il 7 Marzo 2011 - 09:15 OLTRE 6 MESI FA
John Elkann

John Elkann

TORINO –  Exor darebbe il suo sostegno all’ipotesi di una diluizione della quota del 30% in Fiat a fronte di un progetto finalizzato a creare una società di maggiori dimensioni: è il primo accenno che la famiglia Agnelli potrebbe cedere in parte il controllo del Lingotto e arriva da John Elkann, presidente di Exor, in un’intervista al Financial Times.

”Andare all’estero non significa che quello che c’è in Italia si riduce”, dice sull’ipotesi del trasferimento della sede della Fiat e della possibile quotazione in Usa.

”Fiat  è un grande esempio di come una societa’ italiana possa crescere all’estero e accettare la sfida dei mercati mondiali. L’orgoglio per le proprie radici – sottolinea – non dovrebbe essere un freno per la crescita”.

Exor, la società di investimento controllata dalla famiglia Agnelli, ha a disposizione oltre un miliardo di euro per nuovi investimenti: ”Dobbiamo anzitutto accettare la sfida con il mondo – afferma Elkann – ci sono un sacco di opportunità, ma dobbiamo attrezzarci per essere in grado di affrontare meglio i problemi”. Ulteriori risorse potrebbero derivare dall’uso della leva finanziaria (in ragione non superiore al 20%) e dal ricavato di disinvestimenti. Tra questi, conferma Elkann, potrebbe esserci Alpitour, la cui vendita potrebbe essere presa in considerazione ”se si presentasse una buona occasione”.

Parlando di Sergio Marchionne Elkann dice: “Non avremmo potuto avere un partner migliore. Abbiamo fatto molto negli ultimi dieci anni un chiaro allineamento dei nostri obiettivi, sostegno reciproco e rispetto per i rispettivi ruoli: è questa l’essenza di una buona relazione. E possiede un enorme talento”.

Il Financial Times descrive Elkann come l’eroe di famiglia che ”ridestato il buon nome degli Agnelli” ed è ”l’erede inatteso che ha messo in salvo i gioielli di famiglia’. Contrariamente alle previsioni di molti analisti che avevano previsto un ruolo di secondo piano – sottolinea il Financial Times – fu Elkann a portare Sergio Marchionne alla guida della Fiat e a dare il via libera alla possibile diluizione della quota detenuta dalla famiglia Agnelli, aprendo così la strada dalla conquista del 20% di Chrysler ed alla successiva operazione di spin-off.

Due operazioni – scrive FT – impensabili per le generazioni che lo avevano preceduto ed anche per altre famiglie dell’automobile europee, quali i Peugeot e i Quandt della BMW. Se Gianni Agnelli divenne famoso negli Stati Uniti per la sua celebre amicizia con John Kennedy, Henry Kissinger e Jaqueline Onassis, secondo il quotidiano inglese Elkann appare più  discreto e sembra essere più attratto dall’energia imprenditoriale degli Usa.

Nominando le famiglie Pritzkers, Ridleys e Walton, Elkann dice che ”ci sono molte affinità e abbiamo molto da imparare da queste famiglie, simili a noi, che sono basate nel mid-west ed hanno radici nell’industria e nella finanza. Sono molto interessato a capire – sottolinea – come un gruppo familiare si può sviluppare e come puo’ cambiare nel corso del tempo”.

”Nella mia vita – racconta Elkann a FT che ricorda le sue prime esperienze lavorative in incognito in una fabbrica per l’assemblaggio di fari a Birmingham – ho dovuto confrontarmi con ambienti dove era necessario sapersi adattare”. ”Quello che ho imparato dalla mia esperienza professionale e dall’ambiente in cui sono cresciuto – aggiunge Elkann – è che molto dipende dalla capacità di convivere con l’incertezza e con le contraddizioni: ma proprio questo – conclude – puo’ essere la forza di un’organizzazione o di una situazione”.