Fiat: Federmeccanica convoca il tavolo senza Fiom. Ancora incerta la data

Pubblicato il 9 Dicembre 2010 - 20:26 OLTRE 6 MESI FA

Federmeccanica convoca Fim, Uilm, Fismic e Ugl il 15 dicembre per iniziare la discussione sul contratto del settore auto, ma l’incontro salta per indisponibilità della Uilm e al momento non c’è una nuova data. La Fiom non è invitata perché non ha firmato l’ultimo contratto nazionale, quello in cui si prevede l’avvio di ”una Commissione paritetica Nazionale di studio sui comparti, con specifico riferimento al settore Auto”.

”Noi pensiamo che le attuali regole contrattuali bastino. Se Federmeccanica ci dimostrerà che il tavolo per l’Auto serve a dare una mano a risolvere i problemi ancora aperti con la Fiat, siamo disponibili a discuterne”, spiega Giuseppe Farina, segretario generale della Fim, il cui esecutivo nazionale chiede che il confronto su Mirafiori riprenda al più presto.

Lunedì prossimo ci sarà invece, a Roma, l’incontro fra i tre segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, chiesto dal numero uno dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini. Alle assemblee della Fiom alla carrozzeria di Mirafiori (domani ci saranno quelle degli altri sindacati) i lavoratori partecipano numerosi, seguono con grande attenzione, manifestano timori sulla nuova organizzazione del lavoro e sul rischio che la Fiat sposti altrove gli investimenti.

”Ci vuole una trattativa vera, che preveda il rispetto delle leggi e del contratto del 2008. E non è accettabile che si faccia a fabbrica chiusa”, afferma Landini. Per i lavoratori di Mirafiori da lunedì ricomincerà la cassa integrazione e fino al 10 gennaio la fabbrica sarà quindi praticamente ferma.

”I lavoratori chiedono a Marchionne di cambiare qualche opinione e di essere lui responsabile”, spiega Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom. ”Non vorremmo – aggiunge – che la Jeep fosse lo specchietto per le allodole, utile per minacciare i lavoratori. Marchionne è spregiudicato con il Paese, gioca a poker, scoprendo una carta alla volta e il governo glielo consente”.

La Fiom s’impegna a riconvocare le assemblee prima di un’eventuale intesa, per chiedere un mandato a chiudere. La petizione che dice no alla replica a Torino del modello Pomigliano raggiunge quota 2.500 adesioni su un totale di 5.500 lavoratori interessati dal piano di Marchionne.

”Abbiamo firmato l’accordo per Pomigliano per senso di responsabilità, ma resta un modello non esportabile in altre realta”’, spiega Giovanni Centrella, segretario nazionale Ugl. Resta incerta la situazione di Termini Imerese. Il ministro dello Sviluppo Paolo Romani e il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo incontrano il gruppo dell’imprenditore Gian Mario Rossignolo e la Cape di Simone Cimino, due dei sette gruppi, inseriti nella short list, che hanno presentato un offerta per lo stabilimento Fiat. ”Per ora c’e’ solo una contesa sui fondi pubblici”, commenta il leader della Cisl, Raffaele Bonanni.

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