Fiat, Ichino: “Stop al diritto di veto delle minoranze, ma anche la Fiom ha diritto di rappresentanza”

Pubblicato il 27 Dicembre 2010 - 10:48 OLTRE 6 MESI FA

Pietro Ichino

Anche il ”sindacato minoritario deve avere il diritto alla rappresentanza, in proporzione ai consensi che ricevuti” ma ”non il potere di veto” che ha oggi ”nel nostro sistema di relazioni industriali, obsoleto e inconcludente”. Lo spiega, in una intervista al Giornale, il giuslavorista Pietro Ichino, senatore del Pd, convinto che cambiare il sistema della rappresentanza sia anche il modo ”per evitare che la Fiom diventi un maxi-Cobas”.

La Fiom, dice, ”deve rimanere dentro ‘il sistema costituzionali’ delle relazioni industriali anche se non ha firmato l’accordo, conviene anche alla Fiat”. E per farlo basta ”una regola”, prevista anche in un disegno di legge depositato dallo stesso Ichino ”l’anno scorso, insieme ad altri 54 senatori”, che dia ”potere alla coalizione sindacale maggioritaria di stipulare un accordo che abbia efficacia davvero vincolante per l’impresa e per tutti i dipendenti, compresa la clausola di tregua”.

Ha ”ragione”, insomma, Marchionne, quando chiede ”che il contratto aziendale sia una cosa seria”. Per il giuslavorista ”è possibile e utile per tutti, a cominciare dalla Confindustria e dalla Fiat, riscrivere questa norma in modo da conciliare la nostra tradizione di pluralismo sindacale con l’esigenza di togliere il potere di veto alle minoranze e di aprire il sistema agli investimenti stranieri e ai piani industriali innovativi”.