Fiat, Landini: “Dalle fabbriche la migliore risposta al ricatto del referendum su Pomigliano”

Pubblicato il 18 Giugno 2010 - 16:38| Aggiornato il 23 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini inteviene sulla vicenda Fiat-Pomigliano: “Quando le lavoratrici ed i lavoratori della Fiat si possono liberamente esprimere, lo fanno per contrastare l’accordo separato di Pomigliano. La Fiat deve riflettere sull’opportunità di imporre a Pomigliano un referendum sotto ricatto, il cui esito è già scritto”.

“Mirafiori – dice Landini – si ferma, a Melfi la Fiom torna ad essere il primo sindacato nelle elezioni delle Rsu, alla Sevel i lavoratori scioperano e firmano l’appello rivolto a Marchionne, appello che stanno firmando anche a Cassino. L’assemblea degli iscritti Fiom di Pomigliano e i Comitati direttivi dei metalmeccanici Cgil di Napoli e della Campania hanno condiviso all’unanimità il giudizio espresso dal Comitato Centrale della Fiom, quindi l’impossibilità di firmare il testo imposto dalla Fiat e l’illegittimità di un referendum che avviene sotto il ricatto dei licenziamenti e viola norme della Costituzione”.

“Per far funzionare meglio le imprese – sottolinea il numero uno della Fiom – sono decisivi il consenso delle lavoratrici e dei lavoratori e il confronto negoziale fondato sulla pari dignità delle parti. La decisione della Fiat di cancellare i diritti fondamentali e di costruire rapporti fondati sul ricatto, anziché sul consenso, costruisce solo conflitto e malcontento. La Fiat ascolti la voce libera dei suoi dipendenti che, in questi giorni, si stanno esprimendo e vogliono lavoro e diritti”.