Fiat, Pomigliano: accordo separato, la Fiom non firma. Referendum il 22 giugno

Pubblicato il 15 Giugno 2010 - 18:12| Aggiornato il 23 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Accordo separato sullo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. Fim, Uilm, Fismic e Ugl hanno firmato il nuovo documento, integrato, presentato dal Lingotto. La Fiom ha confermato il suo no.

La Fiat ha sottoposto ai sindacati dei metalmeccanici un nuovo documento in cui viene aggiunto il sedicesimo punto relativo alla istituzione di una commissione paritetica di raffreddamento sulle sanzioni, come era stato richiesto dalle organizzazioni che venerdì scorso avevano già dato un primo ok.

I sindacati dei metalmeccanici firmatari dell’accordo sullo stabilimento Fiat di Pomigliano D’Arco hanno promosso un referendum tra i lavoratori che si terrà il prossimo martedì 22 giugno. Lo riferiscono al termine dell’incontro che si è tenuto in Confindustria.

Soddisfatto per l’accordo il ministro dell’Economia Giulio Tremonti che parlando nel corso della presentazione di un libro di Maurizio Sacconi e Gianni De Michelis ha definito  l’intesa come “la rivincita dei riformisti su tutti gli altri”.

La Fiom, per bocca del suo responsabile del settore auto, Enzo Masini ha ribadito il suo secco no: “E’ un testo irricevibile, che va oltre le questioni relative allo stabilimento, che pone problemi seri di contrasto alla Carta costituzionale per quanto riguarda il diritto di sciopero,e deroga alle leggi e al contratto nazionale”.

I lavoratori – ha aggiunto il sindacalista- sono messi in condizione di ricatto. E anche un referendum non è possibile sotto la minaccia di chiusura di uno stabilimento. Questo – ha aggiunto – é un referendum anomalo, nel senso che viene fatto: ‘Vuoi lavorare o vuoi essere licenziato?'”. Masini, mentre gli altri sindacati dei metalmeccanici ponevano la propria firma sul documento presentato dalla Fiat, si è alzato ed ha lasciato il tavolo.

Del referendum “discuteremo domani – ha detto Masini – abbiamo convocato l’assemblea degli iscritti della Fiom a Pomigliano”, nel corso della quale “discuteremo anche sulle iniziative da prendere”. I punti del testo, ha inoltre sottolineato, “non sono assolutamente cambiati. Il testo è lo stesso e la minaccia di licenziare i singoli lavoratori non è cambiata, c’é tutta. E’ stata solo istituita una commissione paritetica”. Per Masini, il negoziato non è stato “paritario”.

Radicalmente diverso il giudizio della Fim. “Abbiamo fatto l’unica cosa sensata che un sindacato poteva fare, assicurando lavoro e reddito per i lavoratori e le famiglie”  ha affermato il segretario generale della Fim, Giuseppe Farina. “Abbiamo fatto l’accordo per portare investimenti e sviluppo produttivo a Pomigliano”, ha sostenuto Farina, sottolineando comunque quanto la trattativa sia stata “impegnativa”.

“Abbiamo provato fin dal primo giorno ad avere la firma anche della Fiom, ma non ci siamo riusciti”, ha detto il numero uno della Fim. Farina ha sottolineato, inoltre, il fatto che “le commissioni e i comitati paritetici, previsti nel piano, possono garantire il rispetto delle esigenze non solo dell’azienda, ma anche dei lavoratori. I sistemi sanzionatori riguardano solo i sindacati che sono inadempienti e non i singoli lavoratori. Quindi – ha aggiunto riferendosi alle critiche della Fiom – non c’é nulla di anticostituzionale. C’é un accordo che prevede certamente delle deroghe, deroghe che sono già presenti in altri accordi”.

Linea analoga anche per la Fismic. Secondo Luigi Mercogliano “la Fismic ha firmato l’accordo perché è giusto farlo e non perché qualcuno ci ha mai ricattato”.  Mercogliano, inoltre, ha annunciato che martedì 22 giugno, “la parola passerà liberamente ai lavoratori dello stabilimento con un referendum indetto al Giambattista Vico”. “La Fiat ha inserito nel documento la commissione di prevenzione – ha concluso Mercogliano – e l’accordo salva lo stabilimento e l’occupazione di oltre 5 mila addetti della fabbrica, più tutti i lavoratori dell’indotto”.

L’incontro. Il vertice in Confindustria è cominciato attorno alle 16:30, con un ritardo di oltre due ore. Per il Lingotto ha partecipato il responsabile delle relazioni industriali, Paolo Rebaudengo. Per Fim, Uilm e Fismic hanno preso parte i rispettivi segretari generali, Giuseppe Farina, Rocco Palombella e Roberto Di Maulo. Per la Fiom ha presenziato, in qualità di osservatore, il responsabile del settore Auto, Enzo Masini. Per l’Ugl ha partecipato il vicesegretario nazionale dei metalmeccanici, Antonio D’Anolfo.

In ballo, al tavolo,  c’era il futuro dello stabilimento Fiat di Pomigliano D’Arco: la Fiat si dice pronta a portare nella zona la produzione della Panda ma chiede in cambio precise garanzie in termini di straordinari e presenza sul lavoro. L’alternativa all’accordo è la chiusura e la produzione della Panda dirottata in Polonia.

Fim, Film e Fismic si erano già dette disponibili a siglare l’intesa mentre la Fiom, nel tardo pomeriggio di lunedì 14 aprile, aveva già annunciato il suo  no ad una proposta che giudica “un diktat illegittimo” da parte della Fiat.

Molto più morbide le posizioni degli altri sindacati. Palombella ha spiegato così la posizione della Uilm: “Ho ricevuto il mandato dalla direzione nazionale a firmare l’intesa” con la Fiat su Pomigliano D’Arco e a “programmare immediatamente il referendum, la cui data è da stabilire”. “La cosa principale per un sindacalista in questo momento – ha sostenuto il leader Uilm – è firmare un’intesa che può in qualche modo ridurre anche i diritti ma mantiene in piedi una fabbrica e non il contrario”. Per Palombella, “una volta firmato l’accordo, il sindacato avrà fabbrica e lavoratori; altrimenti è un sindacato destinato a morire”, rischio a cui possono portare “posizioni di retroguardia”.

Simile la posizione della Fim. Il segretrario nazionale Bruno Vitali, a proposito dell’intesa, ha spiegato: “Noi abbiamo detto sì all’intesa venerdì scorso, abbiamo chiesto una variazione relativa alla commissione paritetica sulle sanzioni, oggi ci aspettiamo di vederla scritta nel testo e firmeremo”. “Abbiamo convocato il referendum – ha poi aggiunto Vitali – e tra giovedì e venerdì chiameremo i lavoratori di Pomigliano a pronunciarsi”.

Sulla questione Pomigliano è intervenuto anche il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani auspicando “”soluzioni condivise, anche sui punti delicati” Il segretario del Pd lo ha detto parlando con i giornalisti a Motnecitorio. “Non si parla mentre le parti stanno trattando – ha detto Bersani – Detto questo credo che l’investimento vada preservato e spero che si imbocchi la strada di soluzioni condivise, anche sui punti delicati”. “Lascio la decisione alle parti – ha concluso – e domani dirò la mia”.