Fiat, su Pomigliano apertura di Epifani, deve però convincere la Fiom

Pubblicato il 14 Giugno 2010 - 13:11| Aggiornato il 23 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Corsa contro il tempo per aderire all’appello di Sergio Marchionne sul futuro dello stabilimento Fiat di Pomigliano. La palla passa adesso ai sindacati: manca la firma dei metalmeccanici della Cgil. In ballo ci sono i 700 milioni di investimento per produrre la nuova Panda: l’alternativa secca è la chiusura dell’impianto.

Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: “Sono ottimista, l’accordo tra sindacati e Fiat già c’é, nella sostanza è fatto. Vedo una larga intesa dei lavoratori, bene poi tutto ciò che può completare questo risultato, ma su Pomigliano è già fatta, nella sostanza l’accordo c’é”.

“La via giusta è quella dell’economia sociale di mercato, è quella di Pomigliano”, afferma Giulio Tremonti. Il ministro dell’Economia annuncia: “Se non modifichi l’articolo 41 non vai da nessuna parte. L’Italia produce ‘quattro chilometri di Gazzetta Ufficiale l’anno. E’ l’ultimo anno in cui in Ue si faranno Finanziarie nazionali”.

Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, è giunto nella sede Cgil per un incontro con il leader della confederazione, Guglielmo Epifani. Un incontro che precede di poco il Comitato centrale della Fiom, convocato nel primo pomeriggio, per decidere la posizione dell’organizzazione dei metalmeccanici sul futuro dello stabilimento Fiat di Pomigliano. “Sono qui per vedere il segretario generale”, ha detto Landini, arrivando in Cgil, dove é in corso la segreteria che deve, tra l’altro, esprimersi proprio sulla questione dello stabilimento campano. Alla domanda se l’esito dell’incontro influirà sulla decisione del Comitato di oggi pomeriggio, Landini si è limitato a rispondere: “Il Comitato centrale è il Comitato centrale”.

“La Fiom a Pomigliano d’Arco (Napoli) propende per il no all’accordo con la Fiat”. Lo ha reso noto Andrea Amendola, della segreteria provinciale della Fiom-Cgil, che luned’ marrina ha incontrato le rsu Fiom dello stabilimento, iscritti e simpatizzanti.

Cesare Salvi, Portavoce della Federazione della Sinistra, usa toni durissimi nel commentare il testo Fiat: “Scandaloso è il ricatto della Fiat sui lavoratori di Pomigliano, licenziati se scioperano, vincolati a saltare la mensa se l’azienda lo chiede. Scandaloso è il sostegno a questo ricatto espresso dal sistema istituzionale e da tutte le forze politiche parlamentari, opposizione compresa”.

Non è “accettabile” che i lavoratori di Pomigliano d’Arco “vengano trasformati in schiavi”. Lo dichiarano in una nota congiunta il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile welfare e lavoro del partito, Maurizio Zipponi. “I lavoratori della Fiat di Pomigliano – premettono – sono sottoposti a un vero e proprio ricatto: o accettano di ridurre tutti i loro diritti, peggiorando le loro condizioni di libertà fino a non poter esercitare un diritto costituzionale quale lo sciopero oppure vengono licenziati. E’ evidente che i lavoratori stanno vivendo un momento di solitudine estrema e subiscono una prepotenza inaccettabile da parte della Fiat. Il tutto si svolge con la totale e criminogena assenza del Governo”.