Fiat. Attesa a Mirafiori per il referendum: “Voteremo tutti”

Pubblicato il 13 Gennaio 2011 - 20:18 OLTRE 6 MESI FA

Poche ore prima dell’inizio delle votazioni per il referendum sull’accordo sottoscritto il 23 dicembre, a Mirafiori si aspetta. “Cosa sceglieremo non lo so, ma vi assicuro che voteremo tutti”.

Al cambio turno di metà giornata, con le telecamere che ora hanno l’appoggio dei grandi furgoni per le dirette via satellite, un giovane operaio lascia Mirafiori dopo otto di lavoro parlando del clima che si respira in fabbrica.

In mattinata l’ultima assemblea delle sigle che hanno firmato l’accordo del 23 dicembre non si è tenuta per l’esiguo numero di partecipanti. A differenza della riunione pubblica organizzata la sera prima, nel centro di Torino, con istituzioni e associazioni produttive, tanto partecipata che non tutti sono riusciti a entrare nella grande sala della Galleria d’arte moderna, questa volta pochissimi lavoratori si sono presentati nella sala parrocchiale nei pressi dello stabilimento Fiat, uno spazio esterno alla fabbrica che da tempo viene utilizzato dai sindacati favorevoli all’intesa per tenere le proprie assemblee.

Per loro, lo spazio davanti ai cancelli della porta 2, luogo simbolo di tanti momenti della storia sindacale alla Fiat, non è più agibile. Anzi, per la Fismic c’è ”un clima di intolleranza” creato dal ”raduno della sinistra antagonista”. Così per gran parte della giornata, davanti ai cancelli sono stati presenti quasi solo rappresentanti del ‘no’, a cominciare da quelli della Fiom e dei Cobas. Sono arrivati anche alcuni lavoratori di Pomigliano, contrari ai cambiamenti che la Fiat intende introdurre nei suoi stabilimenti. A

parte qualche discussione isolata, ripresa da telecamere e macchine fotografiche, non vi sono state tensioni dopo quelle dei giorni scorsi e anche le visite di un gruppo di sindaci della Val di Susa, sostanzialmente contrari all’accordo, e di qualche politico, come Marco Ferrando, portavoce del partito comunista dei lavoratori, si è svolta senza alcuna tensione. Al di là dei cancelli, dentro lo stabilimento, dopo gli incontri promossi ieri dall’azienda per far spiegare i contenuti dell’accordo da capi e responsabili dei reparti, con la parziale sospensione della produzione (”Una cosa mai vista prima”, dicono diversi lavoratori) oggi ci sono state due assemblee organizzate dal ‘fronte del no’ all’intesa, una per il turno del mattino. A entrambe ha partecipato il segretario della Fiom, Maurizio Landini, che ha ribadito che non vuol dare indicazioni ufficiali di voto, perché ritiene il referendum ”illegittimo e organizzato sotto ricatto”. E che non firmerà mai l’intesa, nemmeno in ”via tecnica”.