Pomigliano, Sacconi: “Rispettiamo l’accordo ma siamo pronti alla mediazione”

Pubblicato il 25 Giugno 2010 - 20:52 OLTRE 6 MESI FA

Maurizio Sacconi

La partita per il futuro di Pomigliano e’ ancora alla fine del primo tempo e, nonostante le ampie rassicurazioni del Lingotto a governo e sindacati sul trasferimento della Panda nello stabilimento campano, l’intervallo in attesa del secondo tempo potrebbe essere ancora lungo. All’azienda serve tempo per pianificare la strategia da seguire, visto che le opzioni in campo per portare a compimento anche il solo piano A restano tante e, in questo lasso di tempo, le altre parti non perdono tempo.

Oggi il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha annunciato che sta valutando l’opportunita’ ”di proprie e dirette iniziative” anche se, ha precisato, ”il suo ruolo non puo’ che essere sussidiario”. Il responsabile del Lavoro, insomma, non vuole scavalcare le parti firmatarie dell’accordo, del quale, assicura, seguirà  ”l’implementazione”, ma appare pronto ad un tavolo di mediazione fra le parti. Perche’ ”auspica una piu’ generale adesione di tutte le organizzazioni sindacali” al nuovo modulo lavorativo su tre turni. Se i vertici di Cisl, Uil o Fiat lo chiedessero, quindi, il governo potrebbe chiamare al tavolo le parti e, in questo caso, sarebbe convocata anche la Cgil.

Una strada, quella del coinvolgimento da parte del governo dei leader sindacali in parallelo al lavoro delle federazioni, gia’ percorsa in occasione della trattativa per Alitalia, vicenda piu’ volte richiamata in questi giorni anche per l’ipotesi di creazione di una NewCo. Ipotesi, questa, sempre in piedi e che, ancora di piu’, richiederebbe un diretto coinvolgimento del governo. ”Il governo invece di accendere fuochi si metta al servizio di un percorso di ricomposizione che dia certezze a prospettive di investimento” esorta il leader del Pd, Pierluigi Bersani mentre prosegue da Cgil e Fiom il pressing per riaprire la trattativa con l’azienda. ”Chiediamo alla Fiat di confermare l’ investimento e le diciamo anche che una soluzione condivisa e’ meglio del proseguire nella rottura” ripete la vice-segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, ed anche il leader della Fiom, Maurizio Landini si dice ”a questo punto pronto a fare una trattativa”, togliendo, pero’, ”quelle cose che mettono in discussione i diritti civili”.

Sempre Landini si appella inoltre al senso di responsabilita’ che, dice ”non puo’ essere solo nostro” mentre ”la famiglia Agnelli si sta occupando solo di scalate e immobiliari”. Tra Fiom e Cgil, in ogni caso, in questi giorni sembra prevalere un approccio alla questione Pomigliano largamente condiviso, tanto da far sembrare difficile uno scavalcamento della Confederazione sui metalmeccanici. Allo stesso modo Cisl e Uil sottolineano con forza il ruolo determinante giocato nella partita con Fiat e sono poco disposte a riaprire la strada a chi fino ad ora non e’ stato della partita. Per questo nell’orizzonte immediato ci sara’ solo una nuova convocazione al tavolo Fiat delle segreterie dei metalmeccanici, nel tentativo di trovare insieme, come ha scritto l’azienda nel suo ultimo comunicato, ”le condizioni di governabilita”’ dell’accordo. ”La parola data da Marchionne non sara’ rimangiata. Quando la Fiat dice ‘ci rimettiamo a discutere’ intende dire come applicare l’accordo” dice il segretario della Uil, Luigi Angeletti. La strada resta dunque quella della ‘blindatura’ dell’accordo e su questa lavorano azienda e sindacati. Per la Fismic, dice il segretario Roberto Di Maulo, si puo’ lavorare sul capitolo relativo all’integrazione salariare per malattia per ”avere un accordo a prova di deroghe”.