Dagli Usa: “Finmeccanica non fa lobby”. Ricordate l’elicottero di Obama?

Pubblicato il 13 Febbraio 2013 - 09:28| Aggiornato il 23 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Registrato negli Usa, il terremoto Finmeccanica seguito all’arresto del presidente Orsi, assume tutta un’altra intensità. “Finmeccanica ha fin troppo pochi legami di lobby”, scrive il sito Quartz dell’autorevole magazine politico The Nation. Dopo lo scandalo della presunta mazzetta da 51 milioni (di cui 10 tornati in Italia ma è un’altra storia) che sarebbe stata versata dai vertici a emissari del governo indiano, la tesi appare interessante, specie dopo le affermazioni perentorie dei magistrati di Busto Arsizio che definiscono il sistema delle tangenti come precisa “filosofia aziendale” del gruppo.

Una premessa d’obbligo: l’industria della difesa è un settore altamente remunerativo dove non è detto che a vincere sia il prodotto più competitivo. Quartz cita esempi precisi a proposito di contratti pesantissimi andati in fumo per Finmeccanica soprattutto in America, ovviamente il mercato degli armamenti più grande del mondo. Qualcuno ricorderà la commessa per l’elicottero da trasporto del presidente degli Stati Uniti. Bene, nel 2005, Finmeccanica, insieme a Lochkeed Martin, si aggiudicano la gara. Nel 2007, Finmeccanica si aggiudica un altro supercontratto, questa volta per la fornitura di 150 aerei da trasporto leggero C-27. Nel 2009, adducendo motivi di spesa e tagli ai costi, il contratto per l’elicottero viene annullato, così come nel 2010 viene annullato quello dei C-27. Tutti gli analisti americani concordano: se Finmeccanica si fosse attrezzata meglio dal punto di vista delle relazioni istituzionali, sì, insomma, se avesse fatto meglio e di più azione di lobby sui politici di Washington, i contratti starebbero ancora in piedi.

A proposito dell’India, il magazine ribadisce quello che tutti, più o meno informalmente, riconoscono: pagamenti a latere sono la norma quando si negoziano contratti su forniture e appalti legati agli armamenti, in molte parti del mondo. Ultimo caso eclatante: nel 2010 BAE Systems, il più grosso gruppo appaltatore militare europeo, ha dovuto pagare 450 milioni in dollari di sanzioni tra Usa e Gran Bretagna, dopo che fu coinvolta in un gigantesco affaire corruttivo nel quale i paesi interessati erano Arabia Saudita, Ungheria e Repubblica ceca.