Fiscal cliff, Fmi avverte: “Evitato il baratro ma non basta”

Pubblicato il 3 Gennaio 2013 - 00:34 OLTRE 6 MESI FA
Barack Obama (LaPresse)

NEW YORK – ”Ho mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale: più tasse sui ricchi e difesa della classe media”: il presidente americano Barack Obama può cantare vittoria. Ha vinto un braccio di ferro che da mesi e mesi porta avanti con i repubblicani. La Camera dei Rappresentanti, all’ultimo istante utile, ha varato in via definitiva l’accordo per evitare il ‘fiscal cliff’, l’aumento automatico e indiscriminato delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica che sarebbe scattato dal 2 gennaio.

E la reazione di Wall Street è stata più che positiva, anche se il Fondo monetario frena gli entusiasmi giudicando insufficiente l’intesa. Gli indici di Borsa comunque sono saliti ai massimi livelli da tre mesi a questa parte (Dow Jones +2,35%, Nasdaq +3,07%, S&P500 +2,39%). I mercati, insomma, almeno per il momento tirano un sospiro di sollievo Il ‘fiscal cliff’ sarebbe stato un vero e proprio disastro economico, che avrebbe quasi certamente trascinato gli Stati Uniti verso una nuova recessione.

L’intesa, invece, colpisce i Paperoni d’America, anche se non nella misura in cui l’inquilino della Casa Bianca avrebbe voluto, e conferma tutti gli sgravi fiscali per le famiglie della middle class. Certo, si tratta di un accordo parziale, che non affronta assolutamente il nodo dei tagli alla spesa pubblica, che sarà oggetto di un nuovo negoziato da qui alla fine di febbraio. Ma da risolvere c’è soprattutto il problema del debito pubblico, che ha sforato il limite legale dei 16.400 miliardi di dollari e per il quale ora bisognerà fissare un nuovo tetto entro febbraio, se gli Stati Uniti non vogliono rischiare il default.

Le misure straordinarie varate dal Tesoro americano per far fronte alla situazione, infatti, avranno un effetto per non più di due mesi. Con lo spettro di un nuovo downgrade che torna ad aleggiare sugli Stati Uniti: a minacciarlo è Moody’s. Ma per gli analisti anche Fitch è pronta a tagliare.

”Quello di oggi è solo un primo passo nella lotta al deficit che resta troppo elevato”, ha ammesso Obama, lanciando un appello perché ora ci si metta al lavoro col nuovo Congresso – quello uscito dal voto dello scorso 6 novembre – per realizzare un piano equilibrato che permetta alle finanze pubbliche americane di consolidarsi e all’economia Usa di proseguire più velocemente sulla strada della ripresa. Così come chiede il Fmi, per il quale l’intesa raggiunta è positiva ma non basta: ”Resta molto da fare – avverte – per mettere le finanze pubbliche americane su una traiettoria sostenibile, senza danneggiare la fragile ripresa”.