Fisco/ Cgia Mestre: “Un’impresa su tre non è congrua con i requisiti fissati. C’è il rischio di tasse sproporzionate”

Pubblicato il 18 Luglio 2009 - 11:45| Aggiornato il 19 Luglio 2009 OLTRE 6 MESI FA

Un’impresa su tre rischia di non essere congrua con i requisiti fissati dagli studi di settore, e dovrà quindi pagare al fisco una cifra sproporzionata. Lo stima la Cgia di Mestre. Su una platea di circa 3.700.000 partite Iva che sono interessate dagli studi di settore, si legge in una nota dell’associazione, circa 1 milione e 200 mila attività non risultano essere in linea con le pretese del fisco.

Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi

La Cgia ricorda che per l’anno di imposta 2007 i non congrui e non adeguati erano circa uno su 4, precisamente il 26,3% contro il 33,5% che si ipotizza si registrerà nel 2008.

«È il frutto della congiuntura in atto – afferma Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – le stime che abbiamo elaborato per l’anno di imposta 2008 ci dicono che molti operatori economici hanno subito delle ripercussioni economiche durissime e nonostante le modifiche, gli accorgimenti e i correttivi anti crisi introdotti negli ultimi mesi dall’Amministrazione finanziaria, questo strumento non è ancora in grado di fotografare con obbiettività la situazione economica che grava sul Paese. Con la conseguenza che a molti autonomi si chiede di pagare di più rispetto l’anno scorso su incassi presunti che non corrispondono alla realtà».

«Sia chiaro – prosegue Bortolussi – il ministro Tremonti non ha nessuna responsabilità. Ha ereditato una situazione molto compromessa e sta tentando con determinazione di recuperare e alcune delucidazioni avvenute nei mesi scorsi lo confermano».