Fmi, vince il Sud: la bulgara Georgieva è la candidata Ue per il dopo Lagarde

di Daniela Lauria
Pubblicato il 3 Agosto 2019 - 01:06 OLTRE 6 MESI FA
Fmi, vince il Sud: la bulgara Georgieva è la candidata Ue per il dopo Lagarde

L’economista bulgara Kristalina Georgieva, in una foto Ansa, è stata scelta come candidata Ue alla guida del Fmi

BRUXELLES – Sarà Kristalina Georgieva, economista bulgara e già numero due della Banca Mondiale, la candidata europea alla guida del Fondo Monetario Internazionale. I ministri dell’economia europei l’hanno scelta preferendola all’olandese Jeroen Dijseelbloem. Georgieva ha ottenuto il maggior numero di voti, guadagnandosi l’appoggio del 56% dei Paesi, che però rappresentano meno del 65% della popolazione, come richiesto dal criterio della maggioranza qualificata. L’ex presidente dell’Eurogruppo ha però “accettato il risultato”, ha detto una fonte europea, e si è congratulato con la Georgieva.

La candidata bulgara, che aveva il sostegno della Francia e dei Paesi del sud, dovrà adesso essere ufficialmente nominata per la successione a Christine Lagarde, che a novembre assumerà la presidenza della Banca centrale europea. 

La guerra tra Nord e Sud Europa ha segnato anche quest’ultima elezione, nonostante la scelta fosse questa volta su un’istituzione globale come il Fondo monetario e non su un organismo europeo. Ma i due nomi rimasti in lizza dopo settimane di diplomazia, 24 ore di intensi contatti tra le capitali e un round ufficiale di votazione, descrivono bene la frattura che c’è nella Ue: l’ex presidente dell’Eurogruppo, Dijsselbloem, non è riuscito a trovare una maggioranza solida perché tutti i Paesi del Sud e dell’Est hanno preferito la sua avversaria Georgieva, che non appariva “compromessa” con le politiche di austerità arrivate dalla Troika in poi. Non hanno dimenticato quando Dijsselbloem accusava i Paesi del Mediterraneo di sprecare i loro soldi in “grappa” e “donne”.

Il Tesoro francese, che ha guidato il processo di selezione, aveva inviato ai 28 ministeri una mail con le istruzioni: il candidato si sarebbe votato a maggioranza qualificata come benchmark, e non come regola. Alla fine nessuno dei due candidati ha centrato entrambi i criteri.

Secondo fonti europee e francesi, la vittoria della Georgieva era comunque chiara, proprio perché la maggioranza qualificata non era vincolante. Ma i Paesi del Nord hanno contestato il risultato, chiedendo addirittura che si cambiassero le regole d’ingaggio considerando il peso dei Paesi in seno al Fmi e non alla Ue, criterio che avrebbe favorito l’olandese.

Alla fine, però, di fronte alla pressione è stato lo stesso Dijsselbloem ad accettare il risultato, nonostante avesse dalla sua la Germania e tutti gli altri falchi. Francia, Italia, Paesi del Sud e dell’Est hanno invece preferito l’avversaria.

La scelta è ricaduta sul candidato dei paesi dell’Est, che peraltro nella spartizione degli incarichi di vertice dopo le elezioni europee non avevano ancora ottenuto nulla (finora alla Francia è andata la presidenza della Bce, alla Germania quella della Commissione e all’Italia quella del Parlamento).

Prima che i Paesi membri dell’Fmi facciano la loro scelta, il 4 ottobre, per Georgieva c’è ancora un ultimo ostacolo da superare visto che compirà 66 anni il 13 agosto (un anno di troppo per accedere all’incarico); e questo obbligherà a un cambio dei regolamenti dell’organismo.

Georgieva deve inoltre ottenere l’appoggio degli altri Paesi membri dell’Fmi: da quando è nato nel 1944, l’organismo è sempre stato diretto da un europeo (mentre la Banca mondiale va a uno statunitense), ma la spaccatura nell’Ue potrebbe indurre qualcuno ad approfittarne. Per esempio l’attuale governatore della Bank of England, Mark Carney, che ha una tripla nazionalità britannica, canadese e irlandese, il cui nome era già circolato tra i candidati e ha un’ottima rete all’interno del Fmi. Ma soprattutto sono interessati a una maggiore rappresentanza i Paesi emergenti, che da tempo chiedono una maggiore presenza nelle istituzioni internazionali. (Fonte: Ansa, Agi)