Fonsai con Unipol: “17,6 miliardi di premi” obiettivo 2015

Pubblicato il 15 Marzo 2012 - 22:40 OLTRE 6 MESI FA

MILANO, 15 MAR – Una raccolta premi nel ramo danni di 10,5 miliardi di euro, nel ramo vita di 7,1 miliardi e un utile netto di 1 miliardo di euro. Sono questi gli obiettivi al 2015 della ‘Grande Unipol’, sulla base del piano di integrazione con Fonsai predisposto dalla compagnia bolognese. Lo si legge in una nota del gruppo guidato da Carlo Cimbri.

Le sinergie a regime tra i due gruppi sono stimate in oltre 300 milioni di euro, il combined ratio, indicatore della redditivita’ della gestione tecnica, e’ atteso al 93% mentre il margine di solvibilita’ sara’ pari a circa 1,5 volte i requisiti regolamentari. Il Cda di Unipol, si legge nella nota, ”ha esaminato le linee guida strategico-industriali dell’integrazione Unipol Fondiaria SAI e le prime stime quantitative degli obiettivi economico-finanziari della realta’ combinata e delle sinergie potenziali derivanti dall’integrazione”. Le linee guida sono state esaminate sulla base dei dati interni di Unipol e di quelli pubblici di Premafin e del gruppo Fonsai. Le stime, si legge nella nota, verranno affinate sulla base dei risultati consuntivi 2011 approvati, di dati interni di Fonsai ed approfondimenti congiunti con il management di Fonsai da svolgersi nel corso delle prossime settimane. Il Piano Industriale congiunto verra’ illustrato al mercato prima dell’ avvio degli aumenti di capitale dei due Gruppi.

Unipol cita una serie di ”elementi chiave” dell’operazione: ”un’opportunita’ industriale per la creazione di un market leader nell’assicurazione danni in Italia, con dimensione europea; un’operazione di ristrutturazione e semplificazione basata su una provata capacita’ di execution del Gruppo Unipol; oltre 300 milioni di euro di sinergie nel medio-termine da leve industriali (recupero redditivita’ rami danni, costi, ricavi), un significativo rafforzamento patrimoniale; focus sulla gestione industriale con l’obiettivo di creazione di valore per tutti gli stakeholders”.