Francia e Spagna alla rivoluzione del welfare: Parigi alza età pensionabile, Madrid riforma il lavoro

Pubblicato il 17 Giugno 2010 - 11:31 OLTRE 6 MESI FA

soldiLa Francia alza l’età pensionabile di due anni, la Spagna vara la riforma del lavoro: il modello sociale europeo cambia volto. Mentre a Parigi cade il mito della pensione a 60 anni, che slitta a 62 anni entro il 2018 con aumenti progressivi di quattro mesi l’anno, a Madrid il governo di Josè Luis Zapatero ha dato il via libera al provvedimento sul lavoro senza il consenso delle parti sociali.

La rivoluzione del Welfare dei nostri vicini punta a mettere l’economia al riparo dalla crisi e ridurre da un lato il deficit del sistema previdenziale e dall’altro a rendere meno costosi i licenziamenti con la flessibilità dei contratti e la riduzione della precarietà.

FRANCIA Il ministro del Lavoro francese Eric Woerth ha annunciato: “Per ridurre il deficit del nostro sistema pensionistico, lavorare più a lungo sarà inevitabile. Salvare il nostro sistema delle pensioni è un imperativo – ha ribadito – per la nostra generazione è un vero obbligo morale”.

Nella bozza di riforma, che passerà ora al vaglio delle parti sociali prima di venir esaminata dal Consiglio dei ministri (a luglio) e dal Parlamento (dopo l’estate) è previsto anche un aumento dei contributi per i funzionari pubblici, oggi fissati al 7,85% del salario, con un riadeguamento del10,55%, distribuito su 10 anni, alle quote versate dai lavoratori privati. Crescerà anche il periodo di contribuzione necessario per ottenere la pensione piena, più elevata di quella minima che riceve chi va in pensione a 60 anni, passando dagli attuali 164 trimestri (41 anni) a 165 nel 2013 e 165 nel 2020. La riduzione del deficit previdenziale, che secondo le previsioni del Consiglio di orientamento sulle pensioni (organo consultivo creato appositamente per lavorare a questa riforma) rischia di toccare i 100 miliardi di euro nel 2050, non verà però solo dai tagli alle uscite.

“E’ una riforma irresponsabile nelle attuali condizioni”, ha commentato il segretario del partito socialista Martine Aubry, mentre la Cfdt, uno dei principali sindacati di Francia, definisce il provvedimento “ingiusto e inefficace, essenzialmente a discapito dei lavoratori”. Soddisfatti invece i rappresentanti del Medef, la Confindustria transalpina, che parlano di “grande passo avanti” che “va nella direzione di una soluzione durevole”.

SPAGNA In Spagna invece è scontro sulla riforma del lavoro, approvata per decreto dal governo e chiesta dal Fondo monetario internazionale. I sindacati infatti sono sul piede di guerra contro una misura ritenuta  “regressiva” per i diritti dei lavoratori, e hanno proclamato per il prossimo 29 settembre il primo sciopero dall’elezione di José Luis Zapatero nel 2004. Il presidente della Ceoe, la Confindustria spagnola, ha invece appuntato che quella che doveva essere “una misura profonda è rimasta una riformina”.

Da parte sua il ministro del Lavoro Celestino Corbacho ha affermato: “La riforma servirà a migliorare la produttività, a stabilizzare l’impiego e ad aumentare la flessibilità interna delle aziende”.

Fino all’avvento della crisi la Spagna vantava il maggior tasso di crescita di posti di lavoro in Europa, mentre oggi la disoccupazione è vicina al 20%. Il provvedimento di Zapatero mira a ridurre la precarietà: cioè diminuire le differenze tra chi ha il posto fisso e chi no. Al centro della proposta c’è il contratto fisso di ‘stimolo del lavoro’, rivolto alle aziende, che lo potranno usare per assumere disoccupati, lavoratori con contratti precari, e lavoratori tra i 30 ed i 44 anni che hanno recentemente perso un lavoro con contratto fisso. L’indennizzo offerto per il licenziamento senza giusta causa sarà più basso: 33 giorni di salario per anno lavorato, contro i 45 precedenti.

Le aziende con conti in rosso potranno poi ricorrere al licenziamento per ragioni economiche, pagando un indennizzo ancora inferiore (20 giorni). Lo Stato pagherà altri 8 giorni di indennizzo che devono pagare le aziende in ogni caso di licenziamento di un lavoratore con contratto fisso.  Anche se entrato in vigore da oggi giovedì 17 giugno, il testo arriverà alla Canera spagnola, dove il governo non ha maggioranza assoluta, per essere ratificato il 22 giugno.