Francoforte. Indice Dax: mai così basso dal novembre 2009

Pubblicato il 19 Agosto 2011 - 11:00| Aggiornato il 23 Agosto 2011 OLTRE 6 MESI FA

BERLINO – Come riportato dall’agenzia di stampa Reuters, continua la svendita sui mercati azionari: l’indice Dax venerdì è scivolato fino al 4,6 per cento, a 5345,36 punti raggiungendo il livello più basso dal novembre 2009.

“Continua il clima di estremo nervosismo” , ha detto Stefan Chmielewski  della banca di investimenti Brokerhaus Lang & Schwarz, mentre gli analisti della banca britannica Close Brothers Seydler avrebbero affermato che la paura di una nuova recessione negli Stati Uniti ha raggiunto dimensioni che qualche settimana fa sembravano quasi impensabili”.

In conseguenza di un tale stato di cose, alla fine della settimana c’è stata una richiesta di oro che ha fatto salire il prezzo del nobile metallo al nuovo record di $ 1,867.30 l’oncia, mentre gli investitori non hanno toccato il petrolio perché sarebbero preoccupati di un calo della domanda: il prezzo del  greggio WTI statunitense si è infatti ridotto del 3,9 per cento per arrivare a 79,17 dollari a barile (159 litri).

La discesa del petrolio non sarebbe però finita qui. Come infatti avrebbe affermato Tony Nunan, risk manager della Mitsubishi Corporation, “La pressione sul prezzo prosegue, si può anche pensare che esso possa scendere ai 75 dollari al barile”.

Dato il grande nervosismo che percorre i mercati valutari, molti investitori si sarebbero rivolti al franco come a un porto sicuro. Rispetto alla moneta comune, la valuta alpina è salita di circa l’uno per cento e per comprare  1,1252 Euro, in base alle valutazioni dell’ultimo giorno lavorativo, sono necessari 1,1375 Franchi.

Inoltre, soprattutto i mercati finanziari hanno registrato perdite.

L’indice di settore europeo è sceso di oltre il tre per cento.

A Milano, UniCredit è diminuita del 5,3 per cento, a Parigi la BNP Paribas è diminuita del 3,7 per cento, nel Dax  i titoli della Deutsche Bank  e della Commerzbank sono scesi rispettivamente del 4,7 e del 3,8 per cento.

Nell’indice di riferimento chi ha perso di più è il settore automobilistico: Volkswagen, BMW e Daimler  hanno registrato cali del prezzo tra  il 4,4 ed il 5 per cento.