G20. Merkel gela Atene, Monti striglia gli Usa: “Crisi, la Ue non è la fonte”

Pubblicato il 18 Giugno 2012 - 17:54| Aggiornato il 19 Giugno 2012 OLTRE 6 MESI FA

Mario Monti (Foto Lapresse)

LOS CABOS – Gli argomenti del G20 di Los Cabos in Messico? Banche e debito, stabilità. E Grecia naturalmente.

Il presidente Usa Obama e la cancelliera Merkel, nel colloquio bilaterale a margine del G20, ”si sono trovati d’accordo sulla necessità di ulteriori passi verso un’integrazione politica” in Europa.

La cancelliera tedesca, il giorno dopo le elezioni greche, ha fatto sapere che “non ci sono margini per rinegoziare i termini del salvataggio concesso dall’Unione Europea alla Grecia”. Come dire che, prima di sedersi al tavolo, Merkel prova la via della durezza.

Altrettanto duro il premier Mario Monti che prima di sedersi davanti a Barack Obama tiene a precisare che la crisi proprio negli Stati Uniti ha avuto origine: ”Nessuno pensa che l’Ue sia l’unica fonte del problema” della crisi che ha avuto ”origine da squilibri in altri Paesi tra cui gli Usa che sono stati tra i protagonisti”.

Obama risponde riproponendo il tema della crescita: ”Il mondo è molto preoccupato per una crescita economica troppo lenta. E’ l’ora di agire per assicurare che tutti facciano ciò che è necessario per stabilizzare il sistema finanziario, assicurare la crescita, recuperare la fiducia dei mercati ed evitare il protezionismo”.

Gli Usa credono che Spagna e Italia abbiano preso ”azioni serie” contro la crisi, ha detto il sottosegretario al Tesoro Lael Brainard, ribadendo come ”i leader Ue si sono impegnati a presentare ulteriori misure”: L’Europa ”è la principale sfida di questo G20”. ”L’Europa deve andare avanti su più fronti” ha sottolineato Brainard, indicando il rafforzamento del sistema bancario e finanziario, le misure di stimolo per la crescita e l’occupazione e il rafforzamento della rete di protezione per evitare il contagio della crisi ad altre aree. ”Serve una forte determinazione – ha sottolineato in particolare – per rompere il circolo vizioso tra crisi del debito e banche”.

Dalle stringatissime anticipazioni dalla bozza della dichiarazione finale arriva qualche indizio sugli argomenti: E’ necessario ”rompere il circolo vizioso tra le banche e il debito degli Stati”. E ancora: l’Europa è d’accordo ”nel prendere i passi necessari per salvaguardare la stabilità” del sistema finanziario. ”Il G20 si impegna a prendere tutte le misure necessarie per rafforzare la crescita economica e creare posti di lavoro”.

Primi strepiti in conferenza stampa. ”Non siamo qui per prendere lezioni di democrazia né di gestione dell’economia”. Lo ha detto, accalorandosi, il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, replicando ad un giornalista Usa che gli chiedeva perché gli Stati Uniti dovrebbero prestare soldi all’Europa e aiutarla a risolvere i suoi problemi.

Per quanto riguarda l’aumento dei soldi del Fondo Monetario Internazionale, i Brics (ovvero le economie emergenti del G20, stanno studiando come mettere a disposizione del Fondo monetario internazionale un pool di liquidita’ ”virtuale” costituito da riserve valutarie. Lo ha detto il ministro delle Finanze brasilian Guido Mantega a margine dei lavori del G20.

Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica impegneranno le risorse attraverso accordi di swap in modo tale da mantenere liquidità disponibile in caso di situazioni d’emergenza, un ”passo nella direzione di una maggiore fiducia”, ha spiegato Mantega. La quantificazione del contributo dei Brics dovrebbe avvenire durante il vertice in corso oggi e domani nella località messicana.