G20. Usa chiedono taglio deficit o surplus al 4% del Pil, incerto accordo sui cambi

Pubblicato il 22 Ottobre 2010 - 17:53 OLTRE 6 MESI FA

Polizia sudcoreana a guardia del G20

Alla riunione dei ministri elle Finanze del G20 in corso a Gyeongju, nella Corea del Sud, gli Stati Uniti hanno avanzato la proposta di tagliare il surplus o il deficit delle partite correnti al 4% del Pil entro il 2015, allo scopo di riallineare gli squilibri globali. Lo ha riferito il ministro delle Finanze giapponese, Yoshihiko Noda, in un briefing con la stampa.

La proposta esposta dagli Usa, con il sostegno della Corea del Sud, punta – secondo quanto riferito – a risolvere, tra gli altri punti, anche la ‘guerra delle monete’, richiedendo alle nazioni sviluppate e a quelle emergenti di riportare gli squilibri all’obiettivo del 4% o meno nel rapporto con il Pil entro il 2015.

Tra i principali Paesi, la Cina ha i requisiti per essere un target dell’iniziativa essendo al centro del duro contenzioso valutario e tra i pochi componenti del G20 a vantare un enorme surplus delle partite correnti. Sempre al fine di riequilibrare la crescita economica globale, il target potrebbe comportare lo stop alle esportazioni verso gli Stati Uniti per la ripresa economica, come ribadito ieri nell’intervista al Wall Street Journal dal segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner.

Le reazioni dei ministri del G20 sono state miste. Noda, che in un primo momento aveva espresso riluttanza verso la proposta Usa, ha detto che Tokyo potrebbe accettare il 4% a condizione che il tetto sia utilizzato soltanto come un ”riferimento” e non di carattere vincolante.

Al vertice si registra consenso su una maggiore cooperazione sul tema dei cambi come chiesto dagli Stati Uniti ma un accordo sulla proposta americana, che pone un limite al surplus delle partite correnti e mirata principalmente alla Cina, resta dubbio.

E’ quanto spiegano fonti vicine alle trattative secondo cui la sensazione e’ quella che da parte di tutti si riconosca come ci possano essere benefici se i problemi si affrontano con la cooperazione mentre il ritorno del protezionismo porti dei danni.

Alla proposta americana formulata dal segretario al Tesoro Timothy Geithner nel corso dei lavori si oppongono in primis la Cina ma anche la Russia, l’India e la Germania. Il Giappone da parte sua chiede che il tetto del 4% sia usato solo come un valore di riferimento non vincolante.