Gb. Bloomberg costruisce a Londra il suo ”impero britannico” privato

Pubblicato il 13 Febbraio 2013 - 12:04| Aggiornato il 23 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA, GRAN BRETAGNA – Sontuosa casa a Cadogan Square, uno degli indirizzi piu’ esclusivi di Londra. Un palco a Ascot. E una piazza intitolata a suo nome nella zona della City dove sta sorgendo il suo nuovo quartier generale, Bloomberg Place.

Con ancora pochi mesi a City Hall, il sindaco di New York Michael Bloomberg pensa al ‘dopo’. E in questo ‘dopo’, c’e’ l’ambizione di contare nel ‘British Empire’.

Bloomberg Square, delle dimensioni di un isolato di Manhattan, sorge sulle rovine di un mitreo di 200 anni fa, ai margini di Cannon Street, dove il sindaco sta costruendo la nuova, grandiosa sede della sua agenzia di servizi finanziari, complice il super-architetto Norman Foster. Spostando energie, capitali finanziari e capitale politico oltreatlantico Bloomberg, un anglofilo, ha aperto di recente il portafoglio per pagare una importante allargamento della Serpentine Gallery a Kensington Gardens su progetto di Zaha Hadid.

Manhattan resta la sua casa, poi ci sono le Bermuda, dove ha una vasta tenuta, ma nessun altra localita’ del mondo ha catturato l’immaginazione del sindaco di New York come Londra: una metropoli che traduce in realta’ tutte le sue utopie, dal bando delle pistole alla congestion charge per le auto che entrano in centro, dove le biciclette fanno da padrone. L’affetto e’ reciproco: dal collega Boris Johnson che una volta, scherzando, ha ipotizzato di scambiarsi il lavoro (e’ nato a New York) al premier David Cameron, un cui collaboratore, anche lui scherzando, ha ipotizzato una candidatura del tycoon dei servizi finanziari a primo cittadino della capitale britannica.

La conquista di Londra di Bloomberg e’ basata sulle stesse armi usate per impadronirsi di New York: feste e filantropia. Dopo essere entrato nei board della Serpentine e dell’Old Vic, Bloomberg ha applicato lo stile americano di finanziamenti alle arti sponsorizzando guide audio dei musei e i ‘Bloomberg Mondays’ al Royal Court Theatre quando i biglietti sono venduti a prezzo di sconto. Ha poi comprato un palco a Ascot per intrattenere la buona societa’ che ama le corse dei cavalli.

Piu’ deludente la serata passata a Birkhall, la casa in Scozia del principe Carlo: ”Non ci ritornerei”, ha confidato il sindaco, ben uso ad altre comodita’. Ed e’ questo, a quanto pare, l’unico aspetto dei britannici che al miliardario della finanza non va ancora giu’: troppo spartani, troppo austeri, troppo ‘stiff upper lip’. Un atteggiamento nazionale che Bloomberg ha provato sulla sua pelle quando ha tentato di installare condizionatori d’aria nel suo appartamento londinese. Il condominio si e’ opposto: a Londra non si usa, le unita’ refrigeranti avrebbero fatto troppo rumore.