Generali: a Minali 5,7 mln di buonuscita. FT: con Intesa “opera buffa del capitale”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Gennaio 2017 - 13:01 OLTRE 6 MESI FA
Generali: a Minali 5,7 mln di buonuscita. FT: con Intesa "opera buffa del capitale"

Generali: a Minali 5,7 mln di buonuscita. FT: con Intesa “opera buffa del capitale”

ROMA – Generali: a Minali 5,7 mln di buonuscita. FT: con Intesa “opera buffa del capitale”. Il Cda Generali ha deliberato di interrompere il rapporto di lavoro del direttore generale e group cfo Alberto Minali: sarà liberato con quasi sei milioni di euro, non male per 10 mesi di lavoro. Generali rimette quindi mano alla governance e a neppure un anno dalla nomina del tandem tra il ceo Philippe Donnet e il direttore generale e Cfo Alberto Minali.

Buonuscita Minali: quasi 6 mln per 10 mesi di lavoro. Il rapporto di lavoro con quest’ultimo viene interrotto, con un accordo perché lasci il gruppo dal 31 gennaio. Al suo posto come direttore finanziario andrà Luigi Lubelli (già a capo del Corporate finance), mentre le altre funzioni in capo a Minali vanno al ceo Philippe Donnet. A Minali vanno per il licenziamento oltre 5,77 milioni lordi complessivi, oltre alla parte di bonus per il triennio 2014-2016 ancora da quantificare. Riceverà infatti un’indennità di fine rapporto di 2,1 milioni (Generali parla di ‘severance’), ulteriori 2,1 milioni per il preavviso, 1 milione di bonus per il 2016, oltre a 500mila euro per gli impegni di non concorrenza (il manager è stato assistito dallo studio Trifirò, si è appreso).

Financial Times: con Intesa “opera buffa del capitale” all’italiana. L’operazione tra Intesa e Generali per il Financial Times non necessariamente avrà un lieto fine. E’ il senso del capitolo di apertura nella rubrica ‘Lex’ del quotidiano britannico intitolato “Generali/Intesa: capital buffa”, gioco di parole che in inglese implica il senso di ‘burla’ ma anche quello di ‘impetuosa raffica di vento’.

“Nella tradizione italiana dell’ ‘opera buffa’, una farsa spezzacuore normalmente finisce bene. – scrive FT – Gli azionisti delle banche italiane, che hanno subito già abbastanza tragicommedia, possono sperare che la rivelazione del fatto che IntesaSanpaolo sta rimuginando su ‘possibili combinazioni’ con le assicurazioni Generali abbia effettivamente questa festosa conclusione. Ma il prezzo di Intesa, sceso dell’8% in questa settimana, suggerisce altrimenti”.

Il quotidiano osserva da una parte che il gruppo bancario è “relativamente estraneo” al tumulto che ha scosso il settore, che i parametri di capitale “sono forti” e che “i non performing loans sono bassi”, tanto che “il management ha potuto raddoppiare il dividendo lo scorso anno”, ma nota anche a fronte di fattori attrattivi dell’operazione “i rischi sono ugualmente ovvi”.

Tre rischi. “Il primo”, per FT, “è quello normativo” perché il gruppo finirebbe per avere un terzo del mercato italiano delle polizze vita. “Il secondo è il rischio del credito” perché “Intesa ha un’esposizione di 90 miliardi sui titoli di stato italiani e Generali ne ha 69 miliardi”. “Il terzo è che le loro basi patrimoniali combinate quasi certamente le darebbero la designazione di ‘banca globalmente e sistemicamente importante’, alzando i requisiti di capitale e mettendo i dividendi sotto pressione”.

“Infine – conclude FT – Intesa è una banca a focus nazionale. Combinata (con Generali) avrebbe il 42 per cento del profitto operativo generato fuori dall’Italia. In passato i banchieri europei erano premiati per l’ambizione. In questi giorni gli investitori sono più interessati ad evitare le tragedie”.