Generali, tensione in Cda tra Geronzi e Della Valle sulle quote Rcs

Pubblicato il 18 Febbraio 2011 - 14:39 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Il nuovo round tra Diego Della Valle e Cesare Geronzi su Rcs è fissato al prossimo consiglio di amministrazione delle Generali del 23 febbraio. La riunione è stata formalmente convocata dal presidente e tra i punti all’ordine del giorno prevede la voce ”affari finanziari e partecipazioni”. Geronzi ha intanto chiarito il significato di alcune dichiarazioni fatte nella recente intervista al Financial Times, che hanno sollevato sorpresa e perplessità tra investitori e analisti in particolare sul possibile investimento in banche italiane, sottolineando che la priorità resta la redditività.

La richiesta di Della Valle allo scorso Cda del Leone di vendere la quota nel gruppo del Corriere della Sera finirà insomma sul tavolo del prossimo board. Proseguirà quindi la partita che si è aperta tra Della Valle e Geronzi, dopo una ‘vertenza mediatica’ avviata dall’imprenditore marchigiano, la risposta del banchiere di non voler neppure accogliere proposte fatte con queste modalità e l’aspro confronto già avuto dai due al patto di sindacato Rcs di mercoledì, concluso comunque con un accordo di lungo termine e votato all’unanimità. In realtà, considerando le posizioni che si raccolgono nel resto del consiglio del Leone, appare piuttosto remota l’idea che davvero Generali decida di vendere la quota del 3,7% in Rcs.

L’attesa è però che proprio sulla sortita di Della Valle si apra un ampio dibattito sui rispettivi ruoli e più in generale sulla governance della compagnia, a quanto pare gradito anche ad altri consiglieri, che pure non hanno intenzione di farsi coinvoltere troppo nel ‘match’ tra Della Valle e Geronzi. Nel concreto, poi, Geronzi secondo quanto filtrato nei giorni scorsi potrebbe ‘disinnescare’ le richieste del patron della Tod’s chiedendo all’Ad Giovanni Perissinotto una più ampia valutazione di tutte le partecipazioni non legate all’attività assicurativa. Ma solo il 23 il quadro sarà definito. Intanto Geronzi ha chiarito meglio, come detto, il proprio pensiero sui possibili interventi del Leone in banche italiane o in grandi opere come il Ponte sullo Stretto, ai quali aveva fatto riferimento nell’intervista al Ft.

”La priorità delle Generali – ha detto – è la redditività, che deve ancora crescere. In circostanze straordinarie e senza alcun riflesso non favorevole per la redditività si può anche valutare l’intervento in materia infrastrutturale o bancaria, valutando possibili accordi di bancassurance. Ma nella piena salvaguardia degli obiettivi di economicità ed efficienza”. Quanto all’interesse al Sudamerica, cui aveva fatto riferimento ha spiegato riguardare in particolare il Brasile. L’intervista al Ft era del resto stata analizzata in modo esplicitamente critico dagli analisti finanziari. Al mercato non è piaciuto che abbia dato indicazioni diverse rispetto alle strategie indicate dal top management nel recente ‘investor day’, ingenerando confusione su chi abbia il ruolo esecutivo.

Equita Sim ha disapprovato proprio i possibili investimenti nelle banche italiane, segnalando che Generali al contrario deve ridurne il peso. Sul tema sono intervenuti poi anche WestLb e Autonomous Research, ma il più duro è stato l’analista di Kepler che ha parlato dell’intervista di Geronzi come di una cosa ”sconcertante”, in cui avrebbe fatto ”un pasticcio”, dicendo cose ”astruse” (Ponte di Messina) e ”inutili” (banche italiane).