Generali, crocevia dopo rinuncia Intesa: con Unicredit, Mediobanca…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Febbraio 2017 - 20:35 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Subito dopo il dietrofront di Intesa su Generali si pone il tema di come la vicenda vada a mutare gli equilibri nella grande finanza. Se cioè il nulla di fatto nelle valutazioni dell’A.d Carlo Messina sull’operazione “industriale” con la compagnia avrà effetti. Un primo responso verrà già lunedì dai mercati. Dalle prime indiscrezioni dal 22 gennaio a venerdì 24 febbraio il Leone ha perso in Borsa l’1%, ma il dato si confronta con il 4,5% perso dall’indice principale di Piazza AFfari.

Intesa Sanpaolo ha perso invece il 13,4%, e in Borsa allora si dovrà capire soprattutto se sia cambiata la percezione del mercato sulla banca. Venerdì Intesa ha affermato di aver optato per la “via endogena” per creare valore per gli azionisti, confermando l’impegno a dividendi totali di 10 miliardi al 2017. Non mancano interrogativi sulla possibile analisi che faranno le grandi fondazioni azioniste della banca sulla vicenda. Voci al momento senza riscontri riferiscono di supposte perplessità a Torino e Padova, ma va detto che nelle scorse settimane i vertici dei vari enti hanno pubblicamente espresso fiducia nell’operato dei manager.

Dal punto di vista industriale per Generali non dovrebbe cambiare molto. Il piano presentato da poco al mercato prevede un certo dinamismo, con alcune dismissioni nei paesi marginali e nuovo impulso nei paesi con maggior potenziale. L’idea filtrata nelle ultime settimane è che l’unica reazione possibile a Intesa fosse accelerare sul piano e sul’impegno di 5 miliardi di dividendi al 2018, su questa direzione Generali dovrebbe proseguire. Qualche indiscrezione di stampa ha puntato nei giorni scorsi su possibili acquisizioni di medie dimensioni in funzione anti-scalata, confutate però da fonti finanziarie.

Anche se venisse fatto dello shopping, comunque, ci si dovrebbe attendere da Generali mosse più a puntello del piano, che nell’ottica di rendere il gruppo meno contendibile. Il 15 marzo il Cda Generali approverà i risultati 2016 e sarà un momento per fare il punto sulla compagnia. Sul fronte congiunturale intanto, Generali trova uno spiraglio a lungo atteso dai segnali di ripresa dei tassi di interesse, particolarmente importanti sul Vita e sui conti del gruppo. Quanto al 3,4% di Intesa Sanpaolo acquistato in funzione difensiva, la compagnia valuterà con calma il da farsi, ma è evidente che la quota ha perso il significato iniziale.