Generali, Greco favorito per il dopo Perissinotto. L’ad: “Non mi dimetto”

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 1 Giugno 2012 - 10:29 OLTRE 6 MESI FA

Giovanni Perissinotto (Foto LaPresse)

ROMA – Da sabato 2 giugno il nuovo amministratore delegato di Generali potrebbe essere Mario Greco. Come anticipato dalla Stampa, i grandi soci privati della compagnia di assicurazioni di Trieste vorrebbero sostituire l’attuale a.d. Giovanni Perissinotto. Il nome più probabile al suo posto è quello dell’a.d. di Zurich.

IL Cda straordinario convocato per sabato mattina dovrebbe portare a questo cambio: la sostituzione dell’a.d. è all’ordine del giorno. Il motivo ufficiale è l’andamento del titolo Generali, che ha perso il 20% nell’ultimo mese e il 45% nell’ultimo anno. Le azioni sono arrivate a valere intorno agli 8 euro, dopo i massimi a 31,88 raggiunti nel 2007.

A tutto questo Perissinotto ha reagito con una lettera ai consiglieri della compagnia in cui esprime la propria “incredulità”, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, sul momento scelto per questo passo dal primo azionista Mediobanca (che, scrive Perissinotto, “ritiene di avere diritti speciali sul destino di questo Gruppo”).  Perissinotto attacca l’istituto di Milano anche sull’operazione Fonsai, e anticipa l’intenzione di non dimettersi perché ”non esiste un motivo oggettivo per farlo”. (Per leggere la lettera intera pubblicata dal Sole 24 Ore clicca qui).

Al posto del manager ravennate i soci principali, Mediobanca su tutti, vorrebbero un candidato esterno alle Generali che abbia un’esperienza assicurativa internazionale. E il candidato più probabile, secondo la stampa italiana e non solo, appare appunto Mario Greco.

Più giovane di Perissinotto (52 anni contro 59), con un passato in McKinsey, Ras (Gruppo Allianz), Eurizon (SanPaolo Imi) e Zurich, prima ancora una laurea a Roma e un master a New York, Greco ha un profilo internazionale che in questo momento piacerebbe ai soci di Generali.

Ma Perissinotto, a dieci mesi dalla scadenza del mandato, non sembra essere dello stesso avviso. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, mercoledì 30 maggio Alberto Nagel e Renato Pagliaro (Mediobanca, al 13,46% di Generali) e Lorenzo Pelliccioli (De Agostini-B&D Holding, al 2,43%) avrebbero cercato di convincere Perissinotto a dimettersi, inutilmente.

Nagel, Pagliaro e Pelliccioli si erano fatti portavoce di un malumore assai chiaramente espresso un mese prima da un alto socio di spicco, Leonardo Del Vecchio. Il 28 aprile in un ‘intervista al Corriere della Sera il presidente di Luxottica, con il 3% di Generali, aveva invitato Perissinotto a  “dare degnamente le dimissioni”, “Sono sicuro che ci sarebbe un’ovazione quasi scaligera”. Del Vecchio aveva puntato il dito contro l’investimento in Telecom e nella banca russa Vtb, il progetto immobiliare di Milano CityLife e l’alleanza con l’imprenditore ceco Petr Kellner.

All’accusa di Del Vecchio di essere un “manager-finanziere”, Perissinotto aveva replicato dicendo che per poter garantire le prestazioni agli assicurati bisogna investire: “Il mestiere dell’assicuratore e dell’investitore sono la stessa cosa, due facce della stessa medaglia”.

Ora, Perissinotto replica così al patron di Luxottica: “Probabilmente il dr. Del Vecchio ha, dalla sua residenza credo all’estero, una visione del nostro paese e della nostra Compagnia un po’ lontana dalla realtà”. ”La Compagnia è solida – ha aggiunto – In questi anni ha superato positivamente la prima crisi generata dai subprime grazie alla sua prudente politica di investimento e oggi sta affrontando bene la grave crisi dei mercati che sta colpendo soprattutto l’Italia, paese in cui il Gruppo ha un forte radicamento”.

Anche Cesare Geronzi, un anno fa, non voleva lasciare il Leone. E’ stato dimissionato.