Il governo si dice ottimista ma sembra scontato che Fiat-Chrysler sarà americana

Pubblicato il 7 Febbraio 2011 - 11:07 OLTRE 6 MESI FA

Sergio Marchionne

Il governo chiama in fretta l’amministratore delegato Sergio Marchionne, ma che il futuro di Fiat-Chrysler sia negli Stati Uniti sembra ormai scontato. L’azienda, frutto della fusione tra le due case automobilistiche,  avrà molto probabilmente la sede legale negli Stati Uniti: in questa prospettiva l’Italia diventa sempre più periferica e marginale, senza contare che in questo modo i milioni di euro di tasse che fino a oggi andavano allo Stato italiano finirebbero negli Usa. Anche per questo la preoccupazione di palazzo Chigi è evidente. Marchionne, al telefono col ministro Sacconi, ha ribadito quello che aveva già detto in California: “La base della nuova società (frutto della fusione Fiat-Chrysler) potrebbe essere qui”, ossia negli Usa.

A quanto pare Marchionne ha specificato a Sacconi che nelle previsioni c’è il progetto dei quattro head-quarter mondiali (Detroit per l’America settentrionale, il Brasile per l’America meridionale, l’Italia per l’Europa, e uno asiatico per l’estremo oriente). E Sacconi sembra ormai consapevole di quello che succederà quando usa l’espressione “gruppo multilocalizzato” : Se ci sarà una fusione tra Fiat e Chrysler, penso che il gruppo sarà multilocalizzato. Con una testa negli Usa per alcuni prodotti e una testa in Europa, credo ragionevolmente in Italia, per altri prodotti e mercati”.

Al contrario, Paolo Romani, ministro per lo Sviluppo economico, dalle pagine del Corriere della Sera rassicura e si dice “ottimista” su come finirà la vicenda. Ribadisce che  ”La testa della casa automobilistica deve restare a Torino” e ”testa” non vuol dire solo direzione generale ”ma anche il centro delle decisioni su programmi e strategie”. Sulla possibile fusione con Chrysler e l’ipotesi del trasloco del Lingotto a Detroit, il ministro spiega che occorrono tutti i chiarimenti necessari e dice di aver ”sentito Sergio Marchionne al telefono”: ”mi ha detto che sono solo battute”.

Romani conferma che da Marchionne il governo vorrà sapere ”come saranno spalmati” gli investimenti italiani perché in base al progetto di Fabbrica Italia ”la Fiat avrà nel nostro Paese più dipendenti di prima, produrrà più di prima, movimenterà un indotto del 10% e sarà quindi un fattore fondamentale dell’economia”. In tutto questo però l’Italia ha poche armi per vincolare Fiat nel nostro Paese: Tremonti ripete che non ci sono fondi.