Parola di governo: “Niente taglio alle tasse, al massimo un taglietto”

Pubblicato il 5 Novembre 2009 - 18:49 OLTRE 6 MESI FA

Mario Baldassarri

Per abbassare le tasse, ripassare, forse, domani. O domani l’altro. Per oggi non se ne parla. Forse un “taglietto” ma niente di più. Lo ha spiegato ai senatori il sottosegretario al Tesoro Giuseppe Vegas: «Si può aggiustare qualche stortura come la tassazione delle perdite ma una cospicua riduzione delle tasse è cosa dalla dubbia possibilità perché è dubbio che si possano coprire i tagli alle tasse con effettive riduzione della spesa pubblica».

Parola di governo. Ma è l’unica parola di governo? Lo stop and go sul taglio delle tasse va avanti da un paio di settimane, da quando Berlusconi annunciò l’eliminazione dell’Irap, totale o almeno parziale, come cosa imminente. Confindustria aveva fissato una data: primo gennaio 2010. Molti avevano fatto i conti: via l’Irap, via 30 miliardi e più dalle casse dello Stato.

Bossi e la Lega avevano raffreddato gli entusiasmi: se sparisce l’Irap tocca alle Regioni trovare con altre tasse i soldi per la Sanità. Tremonti aveva spiegato che ridurre le tasse non si può fare e non conviene se si fa aumentando il deficit: a deficit pubblico più alto corrispondono maggiori interessi da pagare sui titoli pubblici e l’Italia l’anno prossimo ne deve piazzare sul mercato per 100 miliardi. Contemporaneamente buona parte del Pdl faceva sua una piattaforma economica targata Baldassarri che prevedeva meno tasse e meno spesa per 20/30 miliardi.

Quante parole ha dunque il governo e quante la maggioranza e, soprattutto, quale sarà l’ultima parola?