Aiuti Grecia, il prezzo della troijka: al lavoro 6 giorni su 7, sabati e notti

Pubblicato il 6 Settembre 2012 - 09:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’Europa che intenda salvare la Grecia chiederà ai suoi cittadini di sacrificare il sabato e lavorare sei giorni si sette. Di riposare meno, e cioè di limitare i turni di riposo a 11 ore consecutive e destinare le altre 13 al solo perseguimento della produttività. Di dimezzare il tempo di preavviso per i licenziamenti. E poi, ancora, di restringere i salari minimi, ridurre le liquidazioni ai licenziandi che abbiano maturato il diritto alla pensione, di poter spostare senza troppi vincoli un lavoratore dal turno di giorno a quello di notte.

E’ il prezzo fissato da Unione europea e Fondo Monetario Internazionale per poter sbloccare 31 miliardi e mezzo di euro in prestiti. Oltre alle misure sul lavoro, ovviamente, sono compresi anche i tagli al bilancio che il governo di Atene deve mettere a punto: 11 miliardi e mezzo di dieta dimagrante. E’ la ricetta della trojika, che davvero giustifica la reputazione famigerata degli “uomini in nero”. Non esistono ancora documenti ufficiali, ma i quotidiani greci si interrogano sbigottiti sulla lettera inviata via mail al governo Samaras dalla commissione incaricata di vigilare sul risanamento del Paese.

Il criterio adottato è di semplice e lineare rigore come la perentorietà del messaggio: più flessibili sarete, di più e più in fretta produrrete. Non la pensano così i sindacati greci, ovviamente. Ma chiedere come sarà possibile diminuire la disoccupazione aumentando le ore lavorative, non sembra campata in aria. La mail non è stata confermata né smentita, la i man in black della troijka si aggirano per gli uffici governativi a controllare lo stato di avanzamento dei sacrifici, mentre per le strade sfilano, ad esempi ieri, poliziotti e vigili del fuoco a difesa dei loro stipendi. A ottobre arriverà il verdetto. I sabati in libertà hanno le ore contate