Grecia. Perché dimezzare il debito è saggio, ma impossibile. Financial Times

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Gennaio 2015 - 14:13 OLTRE 6 MESI FA
Grecia. Perché dimezzare il debito è saggio, ma impossibile. Financial Times

Grecia. Perché dimezzare il debito è saggio, ma impossibile. Financial Times

ROMA – Grecia. Perché dimezzare il debito è saggio, ma impossibile. Financial Times. “Una riduzione del debito farebbe bene alla Grecia e al resto dell’Eurozona. Si creerebbero delle difficoltà. Ma sarebbero comunque minori che gettare la Grecia ai lupi“: è il punto di vista di Martin Wolf sul Financial Times (ripreso dal Sole 24 Ore), un punto di vista illuminante (anche perché Wolf non è esattamente un militante di sinistra) sebbene più che scettico sulle chance che un piano simile venga realizzato.

Il vero default, quello paventato da Wolf nel suo editoriale (“Greek debt and a default of statesmanship”), non è quello economico: siamo di fronte a politici, abbiamo bisogno di statisti, laddove saggezza e lungimiranza sganciate da calcoli contingenti, elettorali e non, consigliano di allontanare ogni rischio reale di bancarotta greca, per non escludere una generazione dalla modernità in Grecia, per non certificare il fallimento dell’unione monetaria.

E del resto, nella vita quotidiana non si mettono in galera i debitori, ricorda Wolf, specie se i creditori, moralmente irresponsabili, hanno stanziato prestiti a go-go a chi non dava nessuna garanzia di solvibilità, aggiunge. Senza contare che della tanto sbandierata generosità internazionale per il salvataggio della Grecia, la popolazione ha visto le briciole quando nulla. Tre le soluzioni indicate invece da Wolf: la saggia, la comoda, la pericolosa.

Soluzione saggia. Dimezzamento del debito condizionato da vere riforme.

Come sostiene Reza Moghadam, ex direttore del dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, «l’Europa dovrebbe offrire un sostanzioso alleggerimento del debito, dimezzando il debito della Grecia e dimezzando il saldo di bilancio richiesto, in cambio di riforme». Una cosa del genere, aggiunge, sarebbe coerente con l’obbiettivo di un debito notevolmente al di sotto del 110 per cento del Pil, concordato dai ministri dell’Eurozona nel 2012. Ma queste riduzioni non dovrebbero essere effettuate in modo incondizionato. (Martin Wolf, Financial Times/Sole 24 Ore)

Soluzione comoda. Estendere e pretendere. 

L’approccio politicamente comodo è continuare a «estendere e pretendere». Sicuramente ci sono modi per rimandare ulteriormente il giorno della resa dei conti. Ci sono anche modi per ridurre il valore attualizzato degli interessi e dei rimborsi senza ridurre il valore nominale. Tutto questo consentirebbe all’Eurozona di evitare di confrontarsi con le tesi di chi sosterrebbe l’opportunità morale di un alleggerimento del debito per altri Paesi colpiti dalla crisi, in particolare l’Irlanda. Ma un approccio del genere non è in grado di produrre quel risultato onesto e trasparente di cui c’è drammaticamente bisogno. (Martin Wolf, Financial Times/Sole 24 Ore)

Soluzione pericolosa. Spingere Atene verso il default.

L’approccio pericoloso è spingere le Grecia verso il default, perché una cosa del genere probabilmente creerebbe una situazione in cui la Banca centrale europea non si sentirebbe più nelle condizioni di operare come Banca centrale della Grecia, e questo obbligherebbe il Paese ellenico a uscire dall’euro. Il risultato per la Grecia sarebbe senza dubbio catastrofico nel breve termine; secondo me potrebbe addirittura bloccare qualsiasi progresso verso la modernità per una generazione. Ma il danno non lo subirebbe solo la Grecia: l’uscita di Atene dimostrerebbe che l’unione monetaria europea non è irreversibile, ma soltanto una parità monetaria particolarmente rigida. Sarebbe il peggio dei due mondi: la rigidità dei cambi fissi senza la credibilità di un’unione monetaria. (Martin Wolf, Financial Times/Sole 24 Ore)