Grecia, privatizzazioni a tutto campo per pagare il debito da 50 miliardi

Pubblicato il 11 Febbraio 2011 - 20:55 OLTRE 6 MESI FA

ATENE – La Grecia, per riuscire a ridurre il suo debito entro il 2015, deve vendere immobili, azioni e società dello Stato, per un totale di 50 miliardi di euro. Lo hanno detto i rappresentanti della ‘Troika’ (Fonfo monetario internazionale, Unione europea e Banca centrale europea) durante una conferenza stampa dopo la fine dei loro incontri nella capitale greca.

In una dichiarazione comune, letta durante la conferenza, i tre ispettori hanno espresso una valutazione complessiva sul progresso fatto dalla Grecia in questi ultimi mesi, secondo la quale ”il programma di stabilizzazione del Paese ha compiuto ulteriori progressi verso i suoi obiettivi. Nonostante i ritardi registrati in alcuni settori – scrivono – le riforme necessarie per il raggiungimento degli obiettivi fiscali di base vengono messe in atto. Tuttavia, sottolineano nella dichiarazione, bisogna programmare e realizzare importanti riforme per giungere alla stabilità finanziaria e alla ripresa economica”.

I tre funzionari hanno annunciato che è stata data ‘luce verde’ alla concessione della quarta tranche di 15 miliardi di euro, parte del prestito di 110 miliardi di euro concesso alla Grecia e hanno voluto sottoleneare che il progresso sul fronte delle riforme e tropo lento. ”Il programma procede – hanno detto – però rischia di ‘deragliare’ senza una importante e amplia accelerazione delle riforme”.

“Ora siamo alla seconda fase del programma, dopo aver risollevato con successo l’economia dagli abissi”: lo ha detto l’ispettore dell’Fmi, Poul Thomsen.  Ricordando i progressi fatti, gli ispettori hanno appoggiato il pagamento di una rata da 15 miliardi di euro (circa 20 miliardi di dollari) il prossimo mese, quarta tranche del del prestito da 100 miliardi fatto dall’Unione europea.

Il prestito venne firmato da Atene lo scorso maggio, mentre era sul punto della bancarotta. Ma i tagli chiesti in cambio hanno provocato un contraccolpo di proteste dei lavoratori, con gli scioperi di medici, avvocati e farmacisti.  I grossi cambiamenti toccheranno il sistema sanitario, il governo locale, i trasporti pubblici, le regole delle licenze negli affari.

Il debito nazionale greco quest’anno supererà il 150 per cento del Pil, e gli ispettori hanno esteso il programma delle nuove privatizzazioni per raccogliere 50 miliardi entro il 2015. Thomsen ha addirittura proposto che la Grecia vendesse il suo patrimonio di monumenti antichi per raccogliere i soldi, ma ha anche detto che “la cattiva amministrazione della proprietà pubblica è la causa dei maggiori sprechi” nel Paese.

Tra gli obiettivi della privatizzazione ci sono probabilmente le compagnie di stato non quotate in borsa e lo sviluppo del territorio, tra cui le strutture olimpiche inutilizzate dai Giochi del 2004.

“Un progresso decisivo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi sarà cruciale”, ha detto il Commissario europeo Servaas Deroose. L’anno in corso sarà fondamentale perché la Grecia “rinnovi la credibilità delle proprie politiche economiche. Questo è il prerequisito perché il Paese guadagni nuovamente l’accesso al mercato nel prossimo anno”.

La Grecia, con un deficit del 2009 al 15,4 per cento, ha essenzialmente evitato di prendere prestiti nel mercato internazionale dallo scorso anno a causa degli altissimi tassi di interesse chiesti sui suoi bond a lungo termine. Questi alti tassi riflettono la paura che il Paese vada in default.

Il governo socialista al potere nel Paese da 16 mesi non è riuscito ad ottenere il supporto dell’opposizione nel suo programma di austerità, e il leader conservatore Antonis Samaras ha messo in guardia dal pericolo che i tagli possano dare l’avvio ad un’a “rivolta sociale”.

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