Ici sì, ma come? Prima casa, patrimoniale, le scelte dei partiti

di Warsamé Dini Casali
Pubblicato il 21 Novembre 2011 - 13:29 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sul ritorno dell’Ici come la pensano i partiti? Il professor Monti ha fatto capire che il suo governo è intenzionato a reintrodurla, perché la sua esenzione è un’anomalia tutta italiana senza riscontri in Europa. Ma la forma che assumerà dovrà tener conto dei orientamenti presenti nella larga maggioranza che appoggia l’esecutivo di emergenza. Sarà progressiva, riguarderà tutte le prime case, sarà accorpata agli altri tributi, aumenterà il gettito dei comuni, servirà a far cassa per lo Stato, varrà come una patrimoniale? I quesiti sono tanti e le risposte rifletteranno un compromesso tra le differenti posizioni ideologiche.

Il Partito Democratico, per esempio, è favorevole al ritorno dell’imposta, seppure in forma progressiva, così come il Terzo Polo. Silvio Berlusconi è decisamente contrario anche se nel Pdl non mancano distinguo e letture alternative: il sindaco di Roma Alemanno vorrebbe al suo posto una mini-patrimoniale, il senatore La Loggia, presidente della bicamerale sul federalismo, opterebbe per un’Ici anche sulla prima abitazione estesa solo a chi ne possiede più di una.

Sul tavolo del Governo due sono le proposte che più hanno chance di essere attuate: anticipare la nuova imposta municipale (Imu) di due anni (dal 2014 al 2012) estendendola all’abitazione principale oppure puntare su una service tax aggiuntiva.  In pratica la Res immaginata dal governo uscente o la Ics pensata dal Pd: portando il futuro tributo ad assumere sempre più i contorni di una patrimoniale. La chiave di volta starebbe nella rivalutazione dei cespiti catastali: il valore dell’immobile attualmente è attestato in media sul 30% di quello di mercato. Fosse reintrodotta integralmente l’Ici, verrebbe poi resa deducibile per intero dall’imposta sui redditi.

Rispetto alla progressività dell’imposta qualche problema esiste. In pratica più case si hanno più si dovrebbe pagare, come avviene per i redditi. Ma verrebbe calcolato il valore immobiliare complessivo o il numero di immobili posseduti? Andrà considerato, poi, non solo il valore ma anche l’utilizzo? E’ diverso infatti se è un figlio che utilizza la seconda casa, se la stessa resta vuota e inutilizzata o ancora se viene affittata. Il rischio contenziosi infiniti potrebbe minacciare l’applicabilità della misura.