Ignazio Visco: “La ripresa c’è. Ma scuola e imprese devono cambiare”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Maggio 2015 - 12:02 OLTRE 6 MESI FA
Ignazio Visco: "La ripresa c'è. Ma scuola e imprese devono innovare"

Ignazio Visco: “La ripresa c’è. Ma scuola e imprese devono innovare” (foto LaPresse)

ROMA – La ripresa c’è. Ora è necessario continuare con le riforme per consolidarla. E’ in estrema sintesi quanto detto dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco nel suo lungo intervento all’assemblea annuale dell’Isitituto. Visco, numeri alla mano, dà un giudizio timidamente positivo sul Jobs Act ma allo stesso tempo esorta Matteo Renzi e il suo governo a “continuare sulla strada intrapresa” anche se a volte “i risultati non sono immediati”. Il governatore promuove la riforma delle banche popolari mentre striglia il sistema scolastico e quello delle imprese giudicate in ritardo sul fronte dell’innovazione.

Preoccupazione, poi, del Governatore sulla questione Grecia. Per ora l’assenza di una soluzione condivisa per la crisi greca secondo Visco, “ha avuto ripercussioni limitate sui premi per il rischio sovrano nel resto dell’area, riflettendo le riforme avviate in molti Paesi, i progressi conseguiti nella governance europea e negli strumenti a disposizione delle autorità per evitare fenomeni di contagio”. Ma presto le cose potrebbero peggiorare:

“Le difficoltà delle autorità greche nella definizione e nell’attuazione delle necessarie riforme e l’incertezza sull’esito delle prolungate trattative con le istituzioni europee e con il Fondo Monetario Internazionale alimentano tensioni gravi, potenzialmente destabilizzanti”.

Per quanto riguarda la ripresa, Visco si dice ottimista:

“L’aumento del Pil nel primo trimestre interrompe una lunga fase ciclica sfavorevole: proseguirebbe nel trimestre in corso e in quelli successivi. All’accelerazione delle esportazioni si accompagna un recupero della domanda interna. Prosegue il rialzo della spesa delle famiglie, soprattutto per beni durevoli, anche grazie alle migliori prospettive del reddito disponibile. La dinamica degli investimenti è tornata positiva e secondo le valutazioni delle imprese potrà rafforzarsi nel corso dell’anno”.

Visco non si sbilancia sul Jobs Act ma fa capire di apprezzare la riforma:

Il giudizio sugli effetti del Jobs Act è ancora “prematuro” ma è positivo l’aumento delle assunzioni a tempo indeterminato nei primi mesi del 2015 favorito anche dai consistenti sgravi fiscali. ‘I recenti provvedimenti di riforma del mercato del lavoro – afferma – hanno esteso i meccanismi di sostegno del reddito dei disoccupati e ridotto per i nuovi contratti il disincentivo alle assunzioni a tempo indeterminato connesso con l’incertezza sugli esiti della risoluzione dei rapporti di lavoro. Una valutazione compiuta degli effetti di questi provvedimenti è prematura. La dinamica dell’occupazione riflette ancora la debolezza della domanda e gli ampi margini di capacità produttiva inutilizzata”. La forte espansione delle assunzioni a tempo indeterminato nei primi mesi del 2015, – prosegue – ”favorita anche dai consistenti sgravi fiscali in vigore,è un segnale positivo. Suggerisce che con il consolidarsi della ripresa l’occupazione potrà crescere e orientarsi verso forme più stabili”.

Sulle pensioni, poi, l’analisi del governatore che difende le riforme:

Grazie anche agli interventi di riforma del sistema pensionistico pubblico, più che in altri Paesi europei, la sostenibilità di lungo periodo della finanza pubblica può essere garantita.

Sulle banche popolari l’analisi di Visco promuove l’esecutivo. La riforma a suo dire

“faciliterà lo svolgimento efficiente dell’attività di intermediazione creditizia in un mercato reso più competitivo dall’Unione bancaria”. Al contrario, “la forma cooperativa” in precedenza aveva “limitato il vaglio da parte degli investitori e ha ostacolato la capacità di accedere con tempestività al mercato dei capitali, in alcuni momenti cruciale per fare fronte agli shock esterni”.

Decisamente meno positivo il giudizio su scuola e innovazione. Secondo il governatore, infatti, in Italia c’è

‘un ritardo sia nei livelli di istruzione sia nelle competenze funzionali. Per migliorare i programmi di insegnamentoaccrescerne la qualità e indirizzare le risorse dove sono più necessarie non si può prescindere da una valutazione sistemica e approfondita dei servizi offerti”.

Una critica che non risparmia le imprese:

“L’attività innovativa è in Italia meno intensa che negli altri principali paesi avanzati, soprattutto nel settore privato. Il ritardo, particolarmente ampio rispetto alla Germania, è accentuato nei settori industriali a più elevato contenuto tecnologico”.