Il Giappone si è accorto di un problema: molti dei suoi cittadini sono poveri

Pubblicato il 22 Aprile 2010 - 18:40 OLTRE 6 MESI FA

Il premier Yukio Hatoyama

Dopo anni di stagnazione economica e l’ampliarsi di disparità salariali, questo Paese un tempo orgogliosamente egalitario si sta accorgendo con notevole ritardo che ospita una grande e crescente numero di poveri. La rivelazione lo scorso ottobre da parte del ministero del Lavoro che quasi un giapponese su sei, ovvero 20 milioni di persone, nel 2007 vivera in povertà ha sbalordito il Paese e acceso un dibattito su cosa fare in proposito che dura ancora.

Molti giapponesi, che credono nel mito popolare secondo cui il loro Paese è uniformemente di classe media, sono stati ulteriormente sbalorditi nell’apprendere che il tasso di povertà del Giappone è pari al 15,7 per cento, ossia vicino a quello – secondo l’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo – a quota 17,1 per cento degli Stati Uniti, un Paese che per le sue vistose diseguaglianze sociali è da tempo visto con pietà e disprezzo.

Ma per i figli del Sol Levante è stata ancor più sorprendente l’ammissione governativa che ha tenuto segrete le statistiche sulla povertà dal 1998, negando al contempo che ci fosse un problema in proposito. Questo segreto è finito quando un governo di sinistra guidato dal primo ministro Yukio Hatoyama ha sostituito il Partito Liberal Democratico l’estate scorsa con l’impegno di costringere i burocrati governativi ad abbandonare la loro leggendaria segretezza, in special modo riguardo ai problemi sociali.

”Il governo era a conoscenza del problema della povertà, ma lo ha nascosto”, ha detto Makoto Yuasa capo dell’organizzazione senza scopi di lucro Antipoverty Network. ”Aveva paura di guardare la realtà in faccia e delle conseguenze elettorali”.

Seguendo una formula riconosciuta a livello internazionale, il ministero del Lavoro ha tracciato la linea della povertà a 22 mila dollari l’anno per una famiglia di quattro persone. I ricercatori stimano che il tasso di povertà giapponese è raddoppiato dal collasso dell’edilizia e dei mercati finanziari all’inizio degli Anni Novanta, dando luogo a due decenni di stagnazione dei salari e finanche del loro declino.

Una particolarità dei giapponesi poveri – che li rende meno appariscenti – è che essi cercano in tutti i modi di non apparirlo e conservare l’apparenza di classe media. Pochi giapponesi poveri sono disposti ad ammettere il loro stato nel timore di essere stigmatizzati.