Il lavoro che c’è: cacciatore di debiti. Il lavoro che si dimezza: quello dei laureati. Il lavoro truffa: quello che ti arriva nella buca delle lettere

Pubblicato il 27 Luglio 2009 - 15:00 OLTRE 6 MESI FA

Il lavoro che c’è, quello che si dimezza e quello che è solo una truffa. Qui non si parla di quelli che un posto fisso ce l’hanno. E neanche di quelli che lo stanno perdendo, circa mezzo milione a fine 2009, di più e non certo di meno nel 2010. Qui si parla di chi un lavoro lo cerca. E, cercando, che cosa trova? I dati sono ufficiali, li fornisce l’Isfol, l’istituto del ministero del Welfare. Spulciando e sommando le offerte di lavoro oggi in Italia, quelli dell’Isfol hanno scoperto che, cercando, un lavoro si trova: quello di esattore, di cacciatore di debiti. In tutta Italia la gente paga meno i suoi debiti e quindi il mestiere di “money hunter”, cacciatore di soldi dovuti, è quello che ha maggior mercato.

L’anno scorso “l’addetto al recupero crediti” era al 34° posto nella graduatoria dei lavori richiesti, quest’anno è al quarto posto. Il primo lavoro richiesto e offerto è quello di “venditore”. Succede da sempre, quel che non era mai successo è che tra i venti lavori in testa alla classifica, ben nove riguardino il commercio. Insomma il lavoro che c’è è quello di vendere perché nessuno compra e di far pagare perché nessuno paga. Ecco comunque la classifica. Primo: venditore. Secondo: agente. Terzo: agente di vendita. Quarto: addetto recupero crediti. Quinto: consulente. Sesto: agente monomandatario (assicurazioni). Settimo: addetto vendita. Ottavo: gestore prodotto. Nono: consulente commerciale. Decimo: rappresentante di vendita. Tecnici, specialisti e manager? Indietro, molto indietro nella classifica.

Infatti la qualificazione professionale non premia. Come calcola Il Sole 24 Ore, quotidiano della Confindustria, ben il 44 per cento dei laureati ha un contratto a tempo, solo il 34 per cento ha un lavoro fisso. Nel 2008 solo uno su quattro dei giovani tra i 20 e i 29 anni impiegati a tempo sono passati a un contratto stabile. Sotto i 35 anni nei primi tre mesi del 2009 hanno perso il contratto, anche se saltuario, 408mila italiani. E, dulcis in fundo, il reddito annuo di un collaboratore a progetto non arriva a novemila euro.

C’è infine il lavoro truffa. Proposto da società truffa: ti mandano a casa l’annuncio. «Da svolgere a casa propria… facilità di guadagno…». E poi ti mandano improbabili materiali da assemblare ma soprattutto la richiesta di cinquanta, settanta, cento euro per «spese organizzative e di segreteria». Tu paghi e non li vedi e senti più. Ci cascano a decine, centinaia di migliaia di italiani. È una truffa che rende: le aziende fantasma vengono multate, non pagano e vanno avanti. A sentir loro in fondo è un lavoro anche quello di truffare la gente.