Ilva torna acciaio di Stato, per produrre lavoro e salute, non acciaio. Alitalia bis, aspettando Mps

di Lucio Fero
Pubblicato il 11 Dicembre 2020 - 10:11 OLTRE 6 MESI FA
Ilva torna acciaio di Stato, per produrre lavoro e salute, non acciaio. Alitalia bis, aspettando Mps

Nella foto Ansa, lo stabilimento Ilva di Taranto

Ilva torna pubblica, statale. E quindi sarà acciaio di Stato, prodotto dallo Stato. Ma anche no, perché l’impegno è anche quello di chiudere un bel po’ dell’impianto siderurgico attuale.

Ilva: Stato entra al 50%, poi sarà 60%

Fatto l’accordo con Arcelor Mittal che aveva in affitto l’ex Ilva: Stato rileva subito 50 per cento e poi salirà al 60 per cento dell’azienda. Impegni espliciti dello Stato che si riprende il polo siderurgico: non un posto di lavoro in meno dei 10.700 attuali. Nessun esubero, tutti al lavoro. E poi produzione a tanti milioni di tonnellate di acciai quante ne servono parametrate al numero degli occupati. E poi ancora decarbonizzazione e chiusure aree a caldo, cioè materiale e matematica impossibilità di produrre l’acciaio che giustificherebbe i 10.700 occupati.

Tutto e il suo contrario nei conclamati impegni di Invitalia a nome del governo: nessun posto di lavoro perso, milioni di tonnellate prodotte ad altoforni spenti, mercato immaginario cui vendere la produzione immaginaria, riqualificazione ambientale degli impianti lunga anni ma senza posti di lavoro e acciai che nel frattempo aspettano intatti. Un piano industriale che…son buoni tutti. Ai lavoratori il posto e il salario anche se fabbrica c’è e non c’è. Alla città di Taranto la fabbrica semi spenta. Ai partiti di maggioranza e al governo la medaglia del massimo consenso possibile. Son buoni tutti ma chi paga?

Un’Alitalia bis

Alitalia, quasi quasi si poteva pensare fosse finita. Tre miliardi pubblici, altri tre miliardi e fanno in tutto quasi una dozzina nel corso delle sue varie crisi. Quasi una dozzina di miliardi pubblici negli anni per far volare una “compagnia di bandiera” che da anni più vola più ci rimette. Va bene, anzi no, comunque va bene, altro tre miliardi dei contribuenti e facciamola finita, con quei tre miliardi Alitalia si riorganizzi e smetta di essere una tassa terrena anziché un vettore aereo.

E invece no: i tre miliardi erano per un’Alitalia pre Covid. Ora Covid sta stramazzando tutte le compagnie aeree del mondo. Tre miliardi ad Alitalia, quelli che dovevano essere gli ultimi tre miliardi, sono invece solo un acconto. Ecco, se si vuole sapere in anticipo come andrà con Ilva di nuovo di Stato si può già sapere che sarà un’Alitalia bis.

In attesa di Mps

Monte Paschi di Siena: la mano pubblica vuole cederlo. Cederlo ad altra banca, il Tesoro vuole deve uscire da Monte Paschi. Ma Monte Paschi a prenderselo è un rischio, grosso. Quindi a chi se lo prende Monte Paschi il Tesoro offre sconto fiscale a compensazione dei futuri esborsi causa risarcimenti ai danneggiati dalle passate gestioni di Monte Paschi. Due miliardi si è detto. E’ stato risposto che non bastano, con due miliardi di dote Monte Paschi non c’è chi lo prenda. Quindi si tratta, al rialzo.

Ilva di Stato, Alitalia, Mps…facciamo 10 miliardi. Un bel pezzetto di Next Generation è già appaltato, assegnato per mantenere in piedi il vecchio e l’impossibile.