Impregilo, incertezza su ricostituzione del flottante. Report di Alberto Nosari

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Ottobre 2013 - 14:42| Aggiornato il 31 Ottobre 2013 OLTRE 6 MESI FA
Impregilo, incertezza su ricostituzione del flottante. Report di Alberto Nosari

Impregilo, incertezza su ricostituzione del flottante. Report di Alberto Nosari

ROMA –  Impregilo, incertezza su ricostituzione del flottante. Report di Alberto Nosari. Sul gruppo Impregilo, leader italiano nel settore delle costruzioni e dell’ ingegneria per dimensioni e ricavi, accende i fari questa settima la Lettera dell’Investitore, il report di Alberto Nosari. Continua la corsa di Impregilo, le cui quotazioni nel durante di giovedì 24 ottobre hanno superato di slancio i 4,3 euro prima di retrocedere, pur restando in territorio positivo a dimostrazione del buon momento che sta vivendo la Borsa e in particolare Impregilo, la cui performance negli ultimi quattro mesi hanno superato con decisione la soglia del 60 per cento. Un balzo sicuramente apprezzato dagli azionisti, fra i quali figura Salini con l’88,83% mentre una quota determinante del residuo 11,17% è detenuto dagli investitori istituzionali.  Il flottante “vero” e cioè le azioni a disposizione di chi vuole operare sul titolo risulta quindi di fatto ancora più contenuto, riducendo ancora di più le opportunità di investimento per chi crede nel titolo e vuole costruirsi delle posizioni.

Ed è proprio per questo che il tema del flottante è assolutamente centrale e prioritario per gli analisti, che anzi sottolineano come “senza una soluzione di questo vincolo diventa arduo seguire con le dovute attenzioni un gruppo decisamente complesso come Impregilo, che è leader globale in alcuni dei segmenti in cui si articola il business dei grandi lavori”. In sostanza, completano sull’argomento, “se non verrà risolto il tema della disponibilità della materia prima, le azioni, difficilmente i prezzi potranno rappresentare il valore ‘reale’ del gruppo anche perché  movimentare i prezzi risulta abbastanza semplice nella sostanziale indisponibilità dei titoli”.

L’altro tema centrale fra le riflessioni degli operatori è rappresentato dalla credibilità del piano industriale al 2016 a cui è connessa la capacità di esecuzione dei contratti in essere e di quelli appena acquisiti. Questo in quanto Salini deve ancora dimostrare che saprà gestire con successo una realtà che già oggi rappresenta oltre quattro miliardi di ricavi, previsti in crescita a 7,4 miliardi entro il 2016 e cioè un multiplo molto elevato di quanto rappresentava la stessa Salini nel recente passato se solo si considera che nel 2002 i suoi ricavi si collocavano nell’intorno dei 130 milioni.

Il tutto complicato dalla necessità di ricondurre a unità due culture profondamente diverse. Da un lato Impregilo, una multinazionale articolata, strutturata e quotata da tempo pressoché immemorabile, anche se non sempre con soddisfazione degli azionisti, in particolare di quelli di minoranza. Dall’altro la Salini, una classica azienda famigliare ove il capo continua ad avere un controllo totale su tutto, inclusi gli arredi dei servizi. Un outsider della Borsa che però ha vinto la battaglia ed ha dato grande soddisfazione agli azionisti come si evidenzia dall’andamento di un titolo che è passato da poco più di un euro del 13 settembre del 2011 agli oltre 4,3 euro di giovedì 24 ottobre 2013.

Un grande successo che ora deve essere declinato nella gestione di un business complesso, ove i rischi scattano già da quando si preparano le offerte per partecipare alle gare con le quali ci si aggiudicano le commesse e si chiudono solo quando l’opera è stata consegnata, testata e certificata. Un percorso lungo e denso di incognite, a volte veri agguati se solo si considera che le penali sono decisamente dolorose in caso di ritardi o di esecuzione difforme dalle specifiche come testimoniano i casi di Maire Tecnimont, Saipem e della stessa Impregilo, che proprio nel 2012 ha iscritto in bilancio 184 milioni di accantonamenti per rischi su Panama su iniziativa dei nuovi azionisti.

Due incognite che di fatto ci hanno reso sino ad oggi pressoché impossibile elaborare  proiezioni credibili, anche perché la visibilità resta oggettivamente contenuta.  Considerazioni la cui valenza emerge anche dagli elevati differenziali che ancora oggi, a due mesi dalla chiusura dell’esercizio, contraddistinguono le proiezioni degli analisti sui principali aggregati relativi al 2013, ma anche al 2014. Differenziali oggettivamente elevati se si considera che le società operanti su commessa con elevata credibilità sulla capacità di esecuzione dovrebbero poter disporre di proiezioni sufficientemente puntuali, salvo l’emergere di fattori straordinari non prevedibili.

Ed è proprio per questo che molti operatori, escludendo per ora il tema della comunicazione, collegano i richiamati differenziali proprio alla credibilità dei nuovi azionisti sulla capacità di eseguire i contratti nel rispetto degli impegni assunti sia in termini dei tempi di realizzazione che del rispetto delle specifiche tecniche-qualitative. Il futuro borsistico di Impregilo risulta quindi vincolato alla soluzione di queste variabili, di cui una, quella connessa alla ricostituzione del flottante, potrebbe non essere risolta prima della prossima estate, mentre l’altra, quella della capacità di esecuzione, dovrà essere conquistata dai nuovi azionisti trimestre dopo trimestre.