Imu 2013: esenzione limitata per non aumentare l’Iva?

Pubblicato il 23 Maggio 2013 - 10:10 OLTRE 6 MESI FA
Imu 2013: esenzione limitata per non aumentare l'Iva?

Imu 2013: esenzione limitata per non aumentare l’Iva?

ROMA – Imu 2013: esenzione limitata per non aumentare l’Iva? Giunto in Parlamento (Commissione Finanze) il decreto che sospende l’Imu 2013 per la prima casa riaccende la discussione tra  Pd e Pdl, specie osservando come il contestuale aumento programmato dell’Iva stia entrando in rotta di collisione con la tassa sulla casa rivista. Stanti la penuria di risorse (solo una parte può essere recuperata dai tagli alla spesa), il crollo verticale dei consumi di cui ieri l’Istat ha fornito una fotografia drammatica, le esigenze dei Comuni orfani di un gettito indispensabile, a chi dare la priorità?

Guglielmo Epifani, segretario Pd, propone al Pdl di “limitare la rimozione dell’Imu per le fasce medie” per evitare l’aumento del’Iva. Renato Brunetta, capogruppo Pdl e teorico dell’abolizione totale dell’Imu/prima casa, ribatte con fermezza: “Imu e Iva non si cannibalizzeranno a vicenda, ma verranno tutti attuati come da programma su cui il Governo ha ottenuto la fiducia”.

Se Matteo Renzi liquida il dibattito come “assurdo, l’ex premier Mario Monti difende la scelta che fu del suo Governo, meglio tenersi l’Imu e non penalizzare ulteriormente i consumi: “In Italia la tassa sulla prima casa è tra più basse” ed eliminarla “non serve per rilanciare imprese e lavoro”, anzi “è un uso delle risorse che avvantaggia gli abbienti e non i non abbienti”, ha sostenuto dagli studi tv di Porta a Porta.

Scongiurare l’aumento del’Iva fino al 2014 costa 2,1 miliardi di euro. Stornare un po’ di risorse dal gettito Imu in funzione anti aumento-Iva non è affatto semplice. Far pagare i sospesi di giugno a settembre, oppure fargli versare tutto in una volta nel super saldo di fine anno, al di là dello spiacevole tira e molla, creerebbe problemi per le compensazioni effettuate nelle dichiarazioni dei redditi a rischio in caso di abolizione dell’imposta.

Serve il coinvolgimento dei Comuni, sopratutto per un motivo: è davvero in grado il Catasto a individuare le case effettivamente di pregio? Il segretario generale dell’Anci (i Comuni) e membro Pd della commissione Bilancio, il Pd Angelo Rughetti, è di questa idea: “Bisogna prevedere a livello nazionale un’esclusione dall’Imu per tutte le abitazioni principali con l’eccezione di quelle di pregio, permettendo però ai Comuni, che conoscono il territorio, di individuare altre situazioni in cui mantenere il prelievo”.

A questo proposito, Rughetti propone anche di far slittare al 30 giugno l’approvazione dei preventivi degli enti locali. Resta, per concludere, che la riforma delle riforme sulla tassazione complessiva degli immobili è ancora un cantiere aperto dove non mancano, in sede di ricognizione, smentite alle informazioni date per acquisite.

Come la cedolare secca sugli affitti, data per abortita e che invece i numeri rivelano resuscitata: a fronte di 2,8 milioni di nuovi contratti d’affitto l’opzione per la cedolare è stata scelta in circa 800mila casi, pari al 27% del totale con un aumento di circa 100 mila contratti registrati e un trend destinato a continuare.