Imu, il conto: 225 euro a testa sulla prima casa. 1,2 mld di gettito in più

Pubblicato il 13 Febbraio 2013 - 11:15| Aggiornato il 23 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Imu. La radiografia dell’imposta sugli immobili rileva criticità e anomalie diverse da quelle che monopolizzano il dibattito elettorale “Imucentrico”, come lo definisce il Sole 24 Ore. La campagna per il voto, come è noto, ha visto focalizzare l’attenzione dei leader su quante tasse si devono pagare per la prima casa. I numeri ci dicono che:

a) Gli italiani hanno pagato diligentemente l’imposta: lo stesso livello di fedeltà fiscale dell’Ici ma questa imposta municipale è risultata più progressiva, nel senso che i più ricchi pagano di più in proporzione. Chi avvertiva rischi di diserzione fiscale è stato smentito. Il Governo stimava un gettito all’inizio (nel decreto salva Italia) di 21,8 mld, poi elevato a 22,5 mld: il gettito totale è stato invece di 23,7 miliardi di euro, 1,2 in più del previsto, che consente una stima al ribasso dello 0,1% del rapporto debito/Pil.

b) Sulla prima casa, in media il contribuente italiano ha versato 225 euro a testa. Un prelievo che vale 4 miliardi di incasso. 3,4 miliardi provengono dall’applicazione dell’aliquota standard al 4 per mille, i restanti 600 milioni dagli aggravi di imposta decisi dai Comuni. La media pro capite, però, sale e di molto nelle grandi città. Del gettito complessivo, non solo sulla prima casa quindi, un quarto arriva dalle grandi città, Roma, Milano, Torino, Genova e Napoli, con medie che vanno dai 917 euro di Roma ai 585 di Napoli. Sull’abitazione diversa dalla principale, la media pro capite è di 736 euro.

c) I 6,3 miliardi pagati dalle imprese. Un po’ più di un quarto del gettito arriva dalle imprese (26,6%). Il Sole 24 Ore mette in evidenza il dato per denunciare il sostanziale silenzio elettorale su un’imposta pagata da “aziende, alberghi e negozi che non sembrano meritare alcun accenno dei leader che si contendono il voto degli italiani”. In media ogni impresa ha speso per la tassa 9313 euro. Un esempio: agli albergatori l’Imu è costata l’80% in più rispetto all’Ici, sostiene Federalberghi, secondo la quale ognuno dei 34 mila alberghi esistenti in Italia ha avuto un esborso medio pari a 16.850 euro, per un controvalore di 523 euro per camera di Imu. Secondo il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, “centinaia se non migliaia di alberghi rischiano la chiusura per fallimento”.