Calcola l’Imu: aliquote, moltiplicatori, prima casa, seconda, rurali

Pubblicato il 16 Aprile 2012 - 12:49| Aggiornato il 4 Giugno 2012 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’ultima notizia, per il pagamento dell’Imu, è che il pagamento avverrà davvero in tre rate. Vantaggi per i contribuenti? Perlomeno dubbi: dopo l’estate il contribuente si troverebbe a versare già il 66% del tributo, mentre prima dell’ultima modifica (acconto e saldo finale) avrebbe pagato il 50% fino al saldo di dicembre. Tre restano le aliquote, 04% la prima casa, 0,2 per i fabbricati rurali strumentali, 0,76% per tutti gli altri immobili. Solo al momento del saldo finale si saprà quanto pesano le decisioni dei Comuni su eventuali maggiorazioni (o diminuzioni), saldo che andrà versato entro il 17 dicembre 2012. Nella prima e la seconda rata si pagherà, per ciascuna della tranche, un terzo dell’imposta calcolata applicando l’aliquota di base e la detrazione previste. Queste rate si pagano il 16 giugno e il 16 settembre mentre la terza rata, fissata al 16 dicembre, è a saldo dell’imposta complessivamente dovuta per l’intero anno con conguaglio sulle precedenti rate.

Con l’aiuto del Sole 24 Ore facciamo un esempio concreto di calcolo, applicando le aliquote, i moltiplicatori, le detrazioni, caso per caso, per la prima casa, cioè, le case popolari, i fabbricati rurali, le seconde case e tutti gli altri fabbricati. Ricordiamo che l’Imu sostituisce l’Ici e, per gli immobili non affittati, l’Irpef sui redditi fondiari. La base imponibile è il valore catastale dell’immobile secondo il valore di mercato al 1° gennaio di ogni anno. Pagano il 50% sulla base imponibile i fabbricati inagibili o inabitabili, con autocertificazione o perizia a carico del proprietario e per i fabbricati di interesse storico-artistico (art. 10 del Dlgs 42/2004).

PRIMA CASA – Si paga l’aliquota dello 0,4% con detrazione di 200 euro, maggiorata di 50% per ogni figlio sotto i 26 anni che dimori lì. La casa assegnata al coniuge separato si paga come prima abitazione (a meno che il coniuge non sia proprietario o vanti diritti reali su altri immobili nello stesso Comune. Due unità immobiliari valgono come un’unica imposta solo se accatastate o accatastabili come unica unità: altrimenti si paga su una l’imposta copme seconda casa.

Calcolo.  Recuperata la rendita catastale (quella della vecchia Ici), per esempio 852 euro, va rivalutata del 5% (moltiplica per 1,05). Cioè: 852 x 1,05 = 894,60. La rendita va moltiplicata per 160 per ottenere il valore catastale attuale. Cioè 894,60 x 160,00 = 143.136,00. Su questa rendita va applicata l’aliquota dello 0,4% (dividi per 100 e moltiplica per 0,4). Cioè: 143.136,00/100 = 1.431,36 x 0,40 =572,54.  A questo risultato vanno sottratti 200 euro di detrazione, cioè 572,54 – 200 = 372,54.

SECONDA CASA – Si paga l’aliquota dello 0,76% per l’acconto: poi saranno i Comuni a stabilire aliquote differenziate. Case concesse ad uso gratuito valgono come seconde case. Se il proprietario è anziano o disabile residente in una casa di cura paga come seconda casa (i Comuni potranno decidere se far valere l’imposta come prima casa). L’abitazione sfitta di italiani residenti all’estero vale come seconda casa.

Calcolo.  Recuperata la rendita catastale (quella della vecchia Ici), per esempio 1.032 euro, va rivalutata del 5% (moltiplica per 1,05). Cioè: 1.032 x 1,05 = 1.083,60. La rendita va moltiplicata per 160 per ottenere il valore catastale attuale. Cioè 1.083,60 x 160,00 = 173.376,00. Su questa rendita va applicata l’aliquota dello 0,76% (dividi per 100 e moltiplica per 0,76). Cioè: 173.376,00/100 = 1.733,76 x 0,76 =1.317.66.

FABBRICATI RURALI STRUMENTALI E E ALTRI – Stalle, fienili ecc. pagano un’aliquota dello 0,2%. Se non iscritti al catasto, l’operazione va fatta entro il 30 novembre e pagano l’Imu in un’unica rata entro il 17 dicembre. Esenti queli dei comuni montano o parzialmente montani. Capannoni e altri immobili produttivi non censiti pagano lo 0,76% di aliquota applicato al valore iscritto a bilancio. Cambiano i moltiplicatori a seconda delle categorie.

Uffici, categoria A/10, moltiplicatore 80. Negozi, C/1, 55. Box, garage, C/2, 160. Laboratori artigiani, C/3, 140. Capannoni industriali, alberghi, teatri, ospedali…, da D/14 a D/10 escluso D/5, 60. Banche e assicurazioni, D/5, 80. Palestre e stabilimenti balneari senza fini di lucro, C/4, C/5, 140. Collegi, scuole, ospedali…,da B/1 a B/8, 140.

Calcolo per una stalla. Recuperata la rendita catastale (quella della vecchia Ici), per esempio 2.117,47 euro, va rivalutata del 5% (moltiplica per 1,05). Cioè: 2.117,47 x 1,05 = 2.223,34. La rendita va moltiplicata per 60 per ottenere il valore catastale attuale. Cioè 2.223,34 x 60,00 = 133.400,60. Su questa rendita va applicata l’aliquota dello 0,2% (dividi per 100 e moltiplica per 0,20). Cioè: 133.400,60/100 = 1.334,60 x 0,20 = 266,80.  L’importo così ottenuto va moltiplicato per 0,3, il risultato è l’acconto  pari al 30% da versare entro il 18 giugno. Cioè: 266,80 x 0,30 = 80,04