Indesit, salta la trattativa: mobilità per 1400 dipendenti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Novembre 2013 - 21:37 OLTRE 6 MESI FA
Indesit, salta la trattativa: mobilità per 1400 dipendenti

Indesit, salta la trattativa: mobilità per 1400 dipendenti (foto LaPresse)

ROMA – Niente accordo, tavolo saltato al ministero dello Sviluppo tra Indesit Company e sindacati e mobilità per 1400 dipendenti. Con la rottura della trattativa salta il programma di contratti di solidarietà, prepensionamenti e graduali rientri, che avrebbe dovuto alleggerire l’impatto del piano di riassetto in Italia del gruppo di Fabriano;

E l’azienda, con le “mani legate” dal mancato accordo – come sottolinea l’a.d. Marco Milani – annuncia di essere “costretta a fare qualcosa che mai avrebbe voluto fare”, avviare la procedura di mobilità per 1.400 dipendenti. La trattativa è saltata dopo cinque mesi di confronto ed una ultima faticosa riunione di 15 ore al ministero di via Molise che si è protratta per una intera notte, quella tra domenica e lunedì.

Ad un certo punto, anche da fonti sindacali,  trapelava che l’accordo non era lontano, e che l’ipotesi più negativa sarebbe stata quella di una intesa separata, con il no solo della Fiom ed un via libera di Fim e Uilm. Poi qualcosa è cambiato: nessuna firma, quando ormai è già giorno i sindacati dicono ancora no; E l’azienda rileva di non avere più margini per andare avanti, giudica “incomprensibile” la posizione delle organizzazioni dei metalmeccanici, annuncia di essere “costretta a portare avanti unilateralmente il piano”.

E’ di “rammarico” la posizione del ministero dello Sviluppo che ha visto sfumare una intesa “a portata di mano”, netto il messaggio rivolto ai sindacati: “a nostro giudizio continuano ad esistere le basi per arrivare all’intesa. Ci auguriamo che le organizzazioni sindacali riconsiderino la situazione e tornino a sedersi di nuovo al tavolo”, dice il sottosegretario Claudio De Vincenti, che ha gestito la lunga trattativa. De Vincenti sottolinea “i molti passi avanti fatti negli ultimi mesi e nelle ultime ore” al tavolo della vertenza Indesit, e riconosce gli “impegni dell’azienda a rafforzare il radicamento italiano della produzione e a chiarire la missione produttiva di ognuno degli stabilimenti’. Tutto ciò aveva consentito di azzerare gli esuberi, con la disponibilità di Indesit a ricorrere solo ad ammortizzatori sociali conservativi e ad escludere licenziamenti per almeno cinque anni. Spiace molto – dice quindi il Sottosegretario allo Sviluppo – che tutto ciò non sia stato apprezzato dai sindacati con un testo condiviso”.

Per Uilm e Fim non sembra remota la possibilità di tornare al tavolo: “Per quanto traumatica, la procedura di mobilità non rappresenta la fine delle trattative”, dice la Uilm; Mentre la Fim invita a “recuperare il buonsenso e lavorare affinché venga riaperto il confronto”. Per la Fiom, che chiede un intervento diretto di Palazzo Chigi, la trattativa si è interrotta “per responsabilità dell’azienda” quando i sindacati hanno chiesto tempo “per tenere assemblee negli stabilimenti e chiedere ai lavoratori un mandato a concludere”.

Per due volte l’ad di Indesit ha alleggerito il piano passando, con più produzione e più investimenti, dagli iniziali 1.400 esuberi annunciati a giugno ai 300 a fine periodo (dopo rientri e prepensionamenti) della revisione portata al tavolo al ministero il 21 ottobre. E altri passi avanti sono stati annunciati dall’azienda nell’ultima riunione, come il trasferimento di produzioni dalla Spagna a Fabriano e dalla Turchia a Caserta, e investimenti saliti a quota 83 milioni. Ma saltato l’accordo, con la mobilità si torna ai numeri di giugno.