Inps: 500 euro disoccupati over 55. Pagano 250mila pensioni

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Novembre 2015 - 16:16 OLTRE 6 MESI FA
 Taglio pensioni d'oro per 500€ a over 55 che perdono lavoro

Il presidente Inps Tito Boeri (Foto Ansa)

ROMA – Un reddito minimo di 500 euro garantito agli over 55 che perdono il lavoro. Come? Con un prelievo sulle pensioni d’oro. Non necessariamente pensioni alte, ma pensioni che presentano un ampio scarto tra contributi versati e assegno previdenziale attualmente percepito. E’ il piano Boeri, quello cioè elaborato dal presidente Inps per combattere la povertà, soprattutto nella fascia degli over 55, coloro cioè che perdendo il lavoro hanno poche chance di rientrare nel mercato. Il rapporto intitolato “Non per cassa, ma per equità”, si presenta come una vera e propria proposta normativa in 16 articoli, che toccano a 360 gradi il sistema previdenziale. Dal sostegno di inclusione attiva per gli over55 al riordino delle prestazioni collegate al reddito, passando per il ricalcolo dei vitalizi. Inclusi gli interventi sull’uscita flessibile e le pensioni dei sindacalisti.

Al momento la proposta non è stata accolta dal governo Renzi. Lo stesso premier intervistato da Bruno Vespa nel suo ultimo libro (Donne di cuori) ha espressamente respinto l’ipotesi di un taglio sulle pensioni: “Noi paghiamo ogni anno 250 miliardi di euro di pensioni – ha detto Renzi – Tagliamo lì? Io penso sia un errore. Alcuni correttivi proposti dall’Inps di Tito Boeri avevano un valore di equità: si sarebbe chiesto un contributo a chi ha avuto più di quanto versato. Non mi è sembrato il momento: dobbiamo dare fiducia agli italiani”.

Il reddito minimo, secondo la proposta Boeri, andrebbe garantito alle famiglie con almeno un componente ultra-cinquantacinquenne. Un sostegno, però vincolato alla sussistenza di alcuni requisiti definiti nel piano. L’assegno mensile sarebbe pari a euro 500 euro (400 euro nel 2016 e nel 2017).

Per finanziare la riforma, l’Inps invita a “procedere a un vero e proprio ricalcolo delle pensioni secondo il metodo contributivo oggi applicato a tutti i nuovi lavoratori”. In pratica, verrebbe chiesto “ai titolari di vitalizi elevati di convergere al trattamento che avrebbero avuto applicando le regole del sistema contributivo ai versamenti per i loro vitalizi”. A titolo di esempio sarebbero toccati coloro che percepiscono ad esempio 10mila euro di pensione ma che hanno versato contributi che ad oggi ne varrebbero 6mila.

L’Inps propone il riordino delle prestazioni assistenziali, parlando di “una cattiva selettività degli strumenti esistenti”. E spiega: “Ci sono costi limitati a carico di circa 230.000 famiglie ad alto reddito (appartenenti per lo più al 10% della popolazione con redditi più alti)”, che si vedrebbero “ridurre trasferimenti assistenziali loro destinati”.  A questi si aggiungono “più di 4.000 percettori di vitalizi per cariche elettive” e “circa 30.000” lavoratori “con lunghe anzianità contributive”, e che hanno iniziato a lavorare dopo i 18 anni, che subirebbero decurtazioni dell’assegno “fino al 10%”.

In generale, spiega Flavio Bini su Huffington Post, il piano affronta anche nuove forme di flessibilità pensionistica in uscita. L’impianto generale è quello già anticipato nei mesi scorsi, cioè consentire l’uscita anticipata con una penalizzazione variabile, a seconda della carriera “contributiva”, tra l’8,4% e l’1,5% rispetto al trattamento spettante a condizioni normali.