IPOTESI UE, LO STATO NELLE BANCHE: CONFINDUSTRIA, RECESSIONE VICINA

Pubblicato il 11 Ottobre 2008 - 06:15 OLTRE 6 MESI FA

Tra le ipotesi al vaglio dell’Eurogruppo per trovare soluzioni alla crisi finanziaria internazionale c’è quella di un ingresso degli Stati europei nel capitale delle banche. Lo ha detto il ministro dell’Economia francese, Chrstine Lagarde, alla vigilia del vertice di Parigi dei Paesi dell’eurozona.

Il ministro dell’Economia francese, Christine Lagarde, interpellata da France Info, ha spiegato che è «molto probabile» un maggiore partecipazione dei Paesi europei nel capitale delle banche, «perché le banche europee sono anche loro sottocapitalizzate». «Abbiamo visto la Gran Bretagna, che è fuori dell’eurozona, fare delle proposte di questo tipo e mobilitare 25 miliardi di sterline in un primo tempo», ha proseguito Lagarde. «Vedremo se ciò interesserà l’eurozona, ma penso che sia una delle piste». Lagarde ha detto però che mettere più denaro pubblico nelle banche francesi «non è necessario» nello stato attuale delle cose.

Per il secondo week-end consecutivo dunque i leader europei si riuniranno. Sabato scorso toccò al G4, domani alle 17 – di nuovo all’Eliseo – sarà di scena l’Eurogruppo. I 15 paesi, più il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, e il presidente della Banca centrale europea (Bce), Jean-Claude Trichet, definiranno «un piano d’azione congiunto degli stati della zona euro e della Bce di fronte all’attuale crisi finanziaria». Questo il testo del comunicato che l’Eliseo ha diffuso alle 20, dopo convulse consultazioni fra i leader dei 15 per tutto il pomeriggio. Dopo settimane di incertezza, di panico e di punti di vista fin troppo chiaramente diversi sulla crisi e sul modo di risolverla, i dirigenti europei sembrano dunque ora determinati ad un’iniziativa comune di peso finalmente determinante di fronte a una crisi che continua ad aggravarsi di giorno in giorno.

«Stiamo lavorando insieme su qualcosa di concreto – ha detto una fonte diplomatica di rilievo a Parigi – in particolare sulla possibilità di avere finalmente un piano europeo». Secondo tale fonte, il piano potrebbe ispirarsi a quello al quale sta pensando il premier britannico Gordon Brown, che prevede da un lato una garanzia di stato per i prestiti fra le banche per evitare un esaurimento delle liquidità, dall’altro una sorta di parziale nazionalizzazione dei gruppi più in difficoltà. Uno dei problemi che attualmente è più difficile da affrontare, è infatti la sfiducia che regna fra le banche travolte dalla crisi, che non si fidano più a prestare fondi alle consorelle con il risultato di paralizzare il sistema finanziario.

Londra – stando alle fonti – ha in questo modo ispirato e messo al tempo stesso con le spalle al muro i partner europei, perchè se andrà avanti con il suo piano, Brown si ritroverà con banche avvantaggiate «dall’ombrello» di stato rispetto a quelle della zona euro. Finora, il principale governo che si è opposto a una soluzione del genere è stato quello tedesco, che ha bloccato iniziative europee favorendo invece quelle nazionali, nel timore di dover poi finanziare i debiti bancari altrui. La posizione di Berlino, sembra però nelle ultime ore essersi ammorbidita. Domani, fra l’altro, Sarkozy e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si incontreranno a Colombey-les-deux-Eglises – dove è in programma l’inaugurazione del memoriale del generale de Gaulle – e potranno meglio coordinare le loro posizioni in vista di domenica.

Le previsioni di Confindustria sul Pil del 2009, che saranno annunciate ufficialmente lunedì, indicano il segno negativo e precisamente -0,5%. Lo ha detto il presidente Emma Marcegaglia nel corso di un dibattito con il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, ospitato dal convegno di Quarta Fase.

Il presidente di Confindustria ha affermato che l’impatto della crisi finanziaria sull’economia reale «è in arrivo e sarà significativo». La leader degli industriali ha quindi preannunciato che i forecast dell’ufficio studi di Confindustria, che saranno resi noti lunedì, annunceranno che il pil del 2009 scenderà dello 0,5%: «Eravamo stati ottimisti e avevamo indicato un +0,4% – ha spiegato – ma dobbiamo rivedere la previsione al ribasso».