Irlanda come Grecia sull’orlo della crisi economica: troppi mutui insoluti e mancanza di liquidità

Pubblicato il 10 Novembre 2010 - 10:59 OLTRE 6 MESI FA

Brian Lenihan - Ministro della Finanza

La crisi economica globale che dal 2008 ad oggi sta mettendo in ginocchio anche le più grandi potenze investe ora l’Irlanda, così come è stato per la Grecia nella scorsa primavera. Il ministro dell’economia Brian Lenihan ha convocato una dozzina tra esponenti del governo e delle banche per conferire riguardo la situazione economica di un paese sempre più prossimo al collasso, dichiarando come intento del meeting quello di stabilire quanto prima una strategia da seguire per evitare il peggio.

Attualmente il debito è stimato attorno ai 50 miliardi di euro, ma gli investitori temono un aumento ulteriore, che andrà a gravare sulla situazione economica dell’intera Europa. Così mentre il governo si appresta al collasso, le obbligazioni governative raggiungono dei nuovi record di minimo, portando l’Irlanda quasi ai livelli della crisi greca prima degli aiuti dell’Unione Europea. Nel tentativo di esorcizzare le paure legate ad una prospettiva decisamente non rosea il ministro Lenihan ha ben pensato di realizzare tagli per un totale di 6 miliardi di euro sul budget del 2011.

Se nell’ottobre 2008 la situazione economica irlandese appariva salda, con un fiducioso Lenihan che asseriva che il suo governo avesse pianificato “la cauzione più economica del mondo”, mentre le banche venivano definite come”più che adeguatamente capitalizzate”, tanto da legare il futuro della nazione a quello delle banche, nella speranza di preservare la crescita interna del sistema bancario. Il risultato non fu dei migliori e nel dicembre 2008 lo stato dispose 1.5 miliardi di euro a favore della Anglo Irish Bank Corp, ‘istituzione più colpita dall’insolvenza di mutui e dalla crisi.

Ad oggi la Anglo Irish Bank Corp ha assorbito 22.9 miliardi di euro dallo stato ed altri 11.4 miliardi saranno necessari nel prossimo anno secondo la banca centrale, e Lenihan ha dichiarato che “le informazioni indicate dalle banche non è una riflessione veritiera” sulla condizione dei mutui. Se l’Irlanda, da sempre considerata il ‘cugino’ povero dagli altri stati europei, ha rappresentato per un decennio una delle nazioni più ricche dopo il Lussemburgo, ora si avvicina ad un panorama di regressione economica.

Ma come è stato possibile? Con l’abbassarsi degli interessi della European Central bank l’Irlanda ha visto l’opportunità di facili guadagni investendo in mutui e ipoteche nel campo immobiliare, tanto che la Anglo nel 1986, sotto la guida di Sean FitzPatrick, investì 70 milioni di dollari nel Chicago Spire, il progetto del più altro grattacielo americano. L’inizio della crisi del 2008 ha sicuramente rappresentato un punto d’arresto per l’economia irlandese, ma fu sottovalutato dal governo, che vedeva il sistema bancario irlandese come “sicuro e robusto basato su tutti gli indicatori della sanità finanziaria”.

Il problema del paese sta nel non aver riconosciuto che le banche avevano contratto troppi mutui, non tenendo conto dei cattivi pagatori. Mutui che hanno generato una riduzione della liquidità a disposizione, tanto che Patrick Neary, financial regulator, spiegò che “la liquidità, non il capitale, è la causa principale della crisi corrente”.

Intanto Patrick Honohan, direttore della banca centrale irlandese, ha annunciato che il governo combatterà su due fronti, poiché sarà necessario risanare i mutui insoluti che gravano sulle banche e allo stesso tempo riparare le condizioni finanziarie critiche dello stato, danneggiate dalla profonda recessione e una rapida erosione delle tasse.