Iscritti gonfiati, Cgil contro la Polverini: “Insinuazioni gravi”

Pubblicato il 15 Gennaio 2010 - 12:12 OLTRE 6 MESI FA

Nicoletto Rocchi

Cgil e Cisl contro le dichiarazioni della Polverini sulle iscrizioni dei sindacati. Dopo le indiscrezioni sulle tessere dell’Ugl gonfiate e un’intervista della Polverini al “Riformista” al gusto di “così fan tutti” scatta l’ira di Cisl e Cgil.

In un’intervista al Riformista, Nicoletta Rocchi della Cgil respinge al mittente le parole della segretaria Ugl e le definisce «un’insinuazione grave che respingo con forza». Poi aggiunge: «Nelle verifiche che riguardano il settore pubblico solo la sua organizzazione (Ugl, ndr) mostra dei dati discrepanti».

Stessa perplessità arriva dal segretario confederale della Cisl Paolo Mezzio che sempre sul Riformista scrive: «Non è affatto vero, come sostiene la Polverini, che oggi non esistano già dei sistemi di misurazione certi ed attendibili degli iscritti».

Entrambi gli esponenti dei due sindacati, però, esprimono la necessità di una «riforma della rappresentanza» che la Rocchi definisce «improcrastinabile». Ed entrambi si mettono a disposizione per «regolare questa materia attraverso un accordo con le controparti», come dice Mezzio. «Per me – afferma la segretaria confederale della Cgil – possiamo sederci a un tavolo anche domani e ricominciare a parlare di quella riforma».

La Rocchi mette anche in evidenza, però, un altro problema legato ai sindacati e legato soprattutto al fatto che l’art.39 della Costituzione (quello che li regola) non è in realtà  mai stato applicato. L’esponente della Cgil sottolinea come negli ultimi tempi, a partire dalla frattura tra i sindacati unitari (Cgil, Cisl e Uil) sulla riforma dei contratti, si sia instaurato un modello di rappresentatività “maggioritario”. In cui non si pesa più l’importanza dei sindacato in base al numero dei suoi iscritti ma si creano delle “coalizioni” (da cui la Cgil è esclusa) per cui “vince” l’opinione che raccoglie la maggioranza dei consensi tra i sindacati. Tutti con lo stesso potere.

Per questo verso quindi, secondo la Rocchi, la riforma dovrebbe risolvere anche questo problema. Stabilire, cioè, il peso di ogni sindacato in base ai suoi iscritti e da qui la sua forza nelle contrattazioni.