Istat. La produzione industriale rivede il segno positivo: 2.6%

Pubblicato il 10 Marzo 2010 - 11:32 OLTRE 6 MESI FA

L’industria italiana riparte grazie soprattutto al boom del settore auto. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, a gennaio la produzione industriale è cresciuta su base mensile del 2,6%, dopo il -0,2% di dicembre (dato rivisto da -0,7%). Su base annua, invece, si è registrato ancora un calo del 3,3%. Questo dato, però, corretto per gli effetti di calendario diventa anch’esso positivo e fa registrare un aumento dello 0,1%.

“Si tratta del primo dato tendenziale positivo dall’aprile del 2008”, sottolineano i tecnici dell’istituto di statistica.  La produzione del settore auto ha registrato un aumento annuale del 44,1%.  La media degli ultimi tre mesi è risultata invariata rispetto a quella dei tre mesi immediatamente precedenti.

Guardando ai raggruppamenti principali di industrie, i beni strumentali hanno registrato un incremento del 3,3%, l’energia del 2,3%, i beni intermedi del 2,1r e i beni di consumo totale dell’1% (+3,3 % i beni durevoli, -0,1 % i beni non durevoli).

L’indice della produzione industriale corretto per gli effetti di calendario ha segnato, nel confronto con gennaio 2009, una variazione positiva del 2,9% per i beni di consumo totale (+3,8% i beni non durevoli, -1,1% i beni durevoli) e una variazione nulla per i beni intermedi. Diminuzioni si registrano invece per i beni strumentali (-1,9%) e per l’energia (-0,1%).

Per quanto riguarda l’analisi per settore di attività economica, a gennaio 2010 l’indice della produzione industriale corretto per gli effetti di calendario ha segnato, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, variazioni positive nei settori dei prodotti farmaceutici (+12,8 %), dei prodotti chimici (+11,8), della fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica (+10,2) e dei mezzi di trasporto (+6,9 %). Le diminuzioni più marcate hanno riguardato la metallurgia e i prodotti in metallo (-10 %), l’attività estrattiva (-8,4), i macchinari e attrezzature (-4,8%) e l’industria del legno, carta e stampa (-3,9%).