Italia anno meno: giù inflazione, mercato della casa e produzione. Debito record

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 14 Maggio 2013 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA
Italia reale: crollano inflazione, mercato della casa e produzione. Debito record

Italia reale: crollano inflazione, mercato della casa e produzione. Debito record (LaPresse)

ROMA – L’inflazione è crollata all’1,1%, il mercato della casa è precipitato ai livelli del 1985, giù in picchiata (-5,2%) la produzione industriale, il debito pubblico ha toccato un nuovo record a 2.034,7 miliardi di euro: questi sono i dati dell’economia reale, e c’è poco da consolarsi se il mitico spread si mantiene sotto quota 300.

E se anche Equitalia raccomanda ai suoi dipendenti di “essere più sensibili” con chi ha debiti col Fisco perché non si può “non tenere conto della crisi”, il quadro completo che ne viene fuori è poco confortante. Mostra un Paese che ha problemi che vengono da lontano, da una preistoria che non conosceva bunga bunga, primarie o movimenti a 5 stelle.

Si fatica a vedere quella “luce in fondo al tunnel” che Mario Monti aveva avvistato, quasi miraggio di chi ha troppa fede nell’austerity. Perché un’inflazione così bassa non è indice di stabilità ma segnale di recessione, come lo è il crollo del mattone e della produzione industriale: tutti figli di una contrazione dei consumi imposta dalla crisi che ha portato a minore occupazione, perdita del potere d’acquisto, calo della fiducia dei consumatori.

Fiducia che non cala solo fra i consumatori italiani, ma anche fra i tedeschi, cittadini di quella Germania che dovrebbe essere il motore trainante dell’Europa. Se l’indice Zew, quello sulle prospettive, sale dal 36,3 al 36,4 molto meno delle previsioni che lo volevano sopra quota 40, l’indice sull’andamento delle condizioni attuali è sceso a maggio a 8,9 dal 9,2 del mese scorso.

Queste le notizie dal Paese di Angela Merkel, quella che “se facciamo tutti i compiti siamo apposto”. L’Italia i compiti li ha fatti, imponendosi il cilicio di una pressione fiscale che strozza l’economia e grava tutta su chi ha la sfortuna di non evadere il fisco. Ma il nuovo record del debito pubblico fa capire come sia solo un circolo vizioso: più tasse, meno spesa, meno crescita, più debito.