Joseph Stiglitz e Amartya Sen: non siamo “No euro” ma “cambia euro”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Aprile 2014 - 19:00 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Joseph Stiglitz e Amartya Sen hanno in comune il fatto di essere entrambi premio Nobel per l’economia e di essere citati un giorno sì e l’altro pure dagli euroscettici, quelli che pensano che l’unione monetaria sia l’origine di tutti i mali degli stati europei.

Ma l’americano Stiglitz e l’indiano Sen non ci stanno a portare acqua al mulino di una francese come Marine Le Pen, leader del Front National (estrema destra) che nei suoi comizi afferma che “molti Nobel spiegano che si può uscire dall’Eurozona senza problemi”, avendo in mente frasi come quella di Stiglitz che definì la crisi finanziaria ed economica che ha investito l’Europa “un disastro artificiale” provocato da “una parola di quattro lettere: euro”. O come quella di Amartya Sen: “Che orrore, l’euro!”

Per due premi Nobel, di cui uno docente ad Harvard (Sen) e l’altro alla Columbia (Stiglitz) finire negli slogan degli anti-euro non è il massimo della vita. Soprattutto durante la campagna elettorale delle elezioni europee (25 maggio). Così hanno scritto una nota, in cui spiegano che le loro parole sono state “mal utilizzate”. Non rinnegano le loro critiche all’euro, ma riporta Marco Zatterin su La Stampa:

Su invito del Council for the Future of Europe del Berggruen Institute on Governance (guidato da Mario Monti), hanno diffuso una nota per sgomberare il campo dai dubbi e da quelle che ritengono essere interpretazioni scorrette.

«Siamo stati molto addolorati dal cattivo uso fatto delle nostre analisi sul funzionamento dell’euro – hanno messo in nero su bianco -, circostanza che vediamo ripetersi nei discorsi politici in Francia e in altri paesi europei». La realtà, affermano i due Nobel, è che «siamo fortemente in favore di un’Europa più unita che, alla fine del percorso, arrivi ad un’integrazione politica». Niente eurodistruzione, dunque. Manutenzione sì, però. Eccome.

Il fatto è che i due ritengono «che un’Unione monetaria dovrebbe andare di pari passo con un’Unione di bilancio e una bancaria, due cose che noi speriamo possano esistere nel momento opportuno». Perché, insistono, una valuta comune senza un patto fiscale e uno per le banche «è un errore economico». L’Eurozona è nata come si è riusciti a farla nascere, storta e incompleta. […] «Noi rimaniamo pro-Europa con convinzione – hanno scritto -. Auspichiamo anzi qualcosa di più che una semplice unione valutaria». Messaggio al fronte no-euro, che suona come «siamo critici per volontà costruttiva, ma non scettici: non usateci più per i vostri comizi». Parola di Nobel.