La crisi arriva a Ryanair: per la prima volta calano i passeggeri

Pubblicato il 6 Dicembre 2011 - 20:26 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – La Grande Crisi puo' tutto, anche fermare la crescita inarrestabile di Ryanair. I passeggeri della societa' irlandese – la piu' grande aviolinea low cost europea – sono infatti calati per la prima volta nella storia della compagnia aerea. Un mix 'letale' di alti prezzi del petrolio e crollo dei consumi in Europa ha dunque messo a segno un duro colpo, costringendo Ryanair a bloccare a terra 80 velivoli. Il numero dei viaggiatori il mese scorso e' infatti calato dell'8%.

La crisi, ad ogni modo, non e' il solo fattore da prendere in considerazione. La compagnia guidata da Michael O'Leary, stando a diversi analisti, ha infatti raggiunto il punto limite della sua espansione e devo ora decidere cosa fare da grande. Intanto, pero', oltre a bloccare gli aerei – il doppio dell'anno passato – l'aviolinea affrontera' il lungo inverno europeo tagliando rotte e riducendo le frequenze.

''Come gia' anticipato'', ha detto al Times un portavoce della compagnia, ''il traffico invernale nel 2011-2012 calera' del 4%''. I conti, detto questo, sono per adesso in salvo. Ryanair, nei sei mesi fino alla fino dello scorso settembre, ha messo a segno un profitto di 544 milioni di euro e si aspetta di chiudere l'anno con 440 milioni. Il che significa una perdita di 104 milioni durante i mesi invernali – ma secondo la compagnia sarebbe andata anche peggio se non si fossero bloccati gli aerei.

La forza di Ryanair, infatti, sono i prezzi ridotti all'osso. Gli spazi di manovra, sull'aumento dei biglietti, sono dunque molto minimi e l'azienda non e' riuscita a compensare i costi maggiori ritoccando adeguatamente le tariffe. In piu' rispetto al passato la regina delle low-cost non ha dalla sua nemmeno la possibilita' di conquistare nuove quote di mercato con politiche aggressive – cosi' come aveva fatto all'indomani dell'11 settembre. La parola d'ordine di O'Leary e' dunque ''consolidare''.

''Non vogliamo crescere troppo in inverno, quando il petrolio costa intorno ai 100 dollari al barile'', aveva anticipato il mese scorso. ''Se, da un lato, l'espansione si e' ridotta negli ultimi anni – ha poi aggiunto O'Leary – abbiamo visto crescere la renditivita': la tariffa media e' cresciuta da 30 a 40 sterline''.

''Ryanair – ha commentato Stephen Furlong, analista alla Davy Stockbrokers – e' entrata in una fase piu' matura. La crescita a rotta di collo degli ultimi 20 anni e' finita. Ora tirera' le somme, eliminera' le rotte meno proficue, e poi ripartira'''.