La Merkel compra la lista degli evasori, ma la Svizzera accusa: “Questa è ricettazione”

Pubblicato il 3 Febbraio 2010 - 10:04 OLTRE 6 MESI FA

L'ex tecnico franco italiano Hervé Falciani

La Germania acquisterà la lista segreta coi nomi di circa 1.500 possibili evasori fiscali, titolari di conti in Svizzera. Lo ha annunciato il ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble spiegando di non poter fare altrimenti. Anche il cancelliere Merkel ha detto che devono essere adottate tutte le misure necessarie per entrare in possesso di informazioni su evasori fiscali tedeschi. «Se questi dati sono rilevanti, dobbiamo fatto tutto il possibile per ottenerli» ha spiegato la Merkel a Berlino.

Intanto, il quotidiano Basler Zeitung ha riferito l’identità del tecnico che vuole vendere le preziose informazioni: Hervé Falciani,38 anni, è un ex dipendente della banca HSBC di Ginevra. L’uomo di origini mezze francesi e mezze italiane ha dichiarato di voler nascondere i soldi che otterrebbe dal governo tedesco in un conto bancario a Hong Kong: alcuni mesi fa cercò di vendere oltre 3mila nomi di evasori alla Francia. Ora è la Germania a dover decidere se sia giusto dargli ciò che vuole, al fine di poter recuperare milioni di euro in tasse non pagate.

Il caso ricorda quello di Heinrich Kieber, ex dipendente di Liechtenstein global trust, che nel 2008 vendette ai servizi segreti tedeschi un dvd contenente 1.400 nominativi per 4,5 milioni di euro. Fra i colpiti ci fu anche Klaus Zumwinkel, ex numero uno di Deutsche Post.

Secondo alcuni calcoli il gettito che si potrebbe recuperare attraverso la lista di nomi sarebbe superiore ai 200 milioni di euro: per questa ragione e per verificare la veridicità della fonte, la Merkel avrebbe già visionato 5 nominativi, definiti «di spicco» dal quotidiano Swiss Info.

La vicenda tuttavia sta prendendo dei risvolti da spy story fiscale fra Svizzera e Germania. L’Associazione svizzera dei banchieri è la più dura: «Se comprasse questi file la Germania si renderebbe colpevole di ricettazione». Anche il presidente della Confederazione elvetica, Doris Leuthard, ha avvisato la Germania: «L’acquisto di queste liste, peraltro ottenute in via illegale, potrebbe avere pesanti ripercussioni diplomatiche», ha spiegato la Leuthard. Secondo lei «è piuttosto insidioso che uno stato di diritto faccia uso di dati illegali. È uno sviluppo che non possiamo accettare».

Prontamente l’attuale ministro della Difesa, Karl-Theodor zu Guttenberg, si pone sulla stessa posizione: « Mi crea problemi pagare per qualcosa che è stato ottenuto in modo legalmente discutibile». Tuttavia, l’intenzione della Merkel è quella di andare avanti e acquisire il dischetto. Sarebbero già pronti i soldi. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha parlato a lungo con il corrispettivo elvetico Hans-Rudolf Merz. Questi ha ricordato che «in Svizzera l’acquisto di dati bancari rubati è vietato: viola il principio della buona fede, l’ordine pubblico nonché la sfera privata».

Inoltre delle fonti di HSBC che preferiscono rimanere anonime, confermano quanto detto dai giornali tedeschi: «La lista c’è, è molto ampia e variegata». In merito ai contenuti, viene specificato che «i nomi presenti sono quelli di politici, top manager e molti cittadini comuni, che però hanno deciso di investire in Svizzera». Sul fronte politico, «il governo tedesco non ha paura per le implicazioni mediatiche di queste rivelazioni», continua la fonte.

Sarebbe possibile una vicenda simile anche in Italia? Al quotidiano il Riformista il segretario di Stato alle Finanze di San Marino, Gabriele Gatti, è convinto che non ci siano in circolazione dossier analoghi. «Noi abbiamo fatto e stiamo facendo tanti accordi internazionali sulla trasparenza», spiega. La sua opinione sul dischetto tedesco è critica: «I mezzi utilizzati ora in Germania sono strumenti che si possono considerare illegali, esattamente come per il caso del Liechtenstein di quasi due anni fa». Ciò che non deve mancare, secondo Gatti, è la trasparenza, che considera «un parametro fondamentale dei rapporti diplomatici fra gli Stati impegnati nella lotta all’evasione». Il politico sammarinese rimarca che «tutta la collaborazione deve avvenire alla luce del sole» e non tramite compravendita di file rubati.

Dall’Agenzia delle entrate fanno sapere che «nel caso il fisco tedesco decidesse di fornirci dei dati, li prenderemmo». Questo procedimento non avrebbe implicazioni di illegalità, in quanto il trasferimento delle informazioni avverrebbe in base ai vigenti accordi internazionali.

«Si tratterebbe di uno scambio da un’autorità fiscale a un’altra», spiegano dall’Erario. Ci pensa comunque Gatti a fugare i dubbi su possibili dossier riguardanti il nostro Paese: «Escludo che ci possano essere casi simili anche in Italia, primo perché i rapporti sono sempre stati molto stretti, secondo perché non sarebbero utilizzabili: ci sono già fior fiore di accordi, che annullano questo genere di azioni da parte di privati in cerca di denaro facile», dice il segretario alle Finanze sammarinese.