Lavorare tutta la vita e pensione mai. L’idea del ministro giapponese

Pubblicato il 6 Giugno 2013 - 12:53 OLTRE 6 MESI FA
Lavorare tutta la vita e pensione mai. L'idea del ministro giapponese

Il primo ministro giapponese, Shinzo Abe

TOKYO – Al lavoro tutta la vita e in pensione mai. Non un pronostico ma la proposta concreta fatta dal ministro dell’Economia giapponese, Akira Amari, per far fronte all’invecchiamento della popolazione. “Tra un paio di decenni – ha stimato – un quarto della popolazione giapponese sarà over 65. Aumenteranno le spese sanitarie e previdenziali e diminuirà la forza lavoro, potrebbe essere una tragedia. Ma se invece fosse possibile una soluzione a questo problema, grazie allo sviluppo tecnologico o mediante la riforma del sistema previdenziale, creando cioè una società nella quale le persone rimangano attive per tutta la vita, questa soluzione potrebbe essere esportata in tutto il mondo”.

Più che di riforma però, si parla di vera e propria cancellazione delle pensioni e pensa anche ai modi per restare sani e in forma fino al giorno dell’agognato riposo (eterno). “Utilizzando – ad esempio – le cellule IPS (staminali pluripotenti indotte), sarà possibile creare cellule sane da sostituire a quelle malate, o addirittura agli organi malati”. E ha annunciato una deregolamentazione del settore per facilitare la produzione di nuovi farmaci e nuovi dispositivi medici e assistenziali.

Amari ha sfoggiato le sue sensazionali idee in un video-messaggio indirizzato al convegno che si è tenuto a Roma e organizzato dalla Fondazione Italia-Giappone e dall’ambasciata sulla “Abenomics“, l’aggressiva politica economica varata dal primo ministro Shinzo Abe.

L’Abenomics è in sostanza una politica iper-keynesiana che sta suscitando accesi dibattiti in tutto il mondo. E’ stata ribattezzata politica “delle tre frecce“, alludendo a un antico apologo giapponese. La freccia più consistente è quella sulla politica monetaria, per attuare la quale Abe ha nominato un nuovo governatore della Bank of Japan. Il piano è di raddoppiare della base monetaria in due anni, essenzialmente tramite l’acquisto di titoli da parte della banca centrale al ritmo di 100 miliardi al mese. Per curare la delfazione e portare l’inflazione almeno al 2% e svalutando lo yen. In tre mesi lo yen ha perso il 30% sul dollaro e il 20 sull’euro, il Pil ha fatto un balzo del 3,5%, le azioni sono salite dell’80%.

Le altre due frecce all’arco di Abe sono la politica di bilancio: 10.000 miliardi di yen messi a disposizione per la stipula di contratti con i privati entro giugno. E la terza è una politica industriale che si propone di individuare alcuni “settori idonei nei quali investire 200.000 miliardi di yen”.

Non stupisce allora che all’audacia del premier, si accompagnino le ipotesi futuriste come quella del suo ministro all’Economia. La via keynesiana di Abe non è poi tanto diversa dalle politiche messe in atto dall’amministrazione Obama negli Usa, anche se tenute a bada dalla maggioranza repubblicana alla Camera. L’unica a mantenere la morsa del rigore è l’Europa con i risultati recessivi che si vedono.