Lavoro, due miliardi per gli ammortizzatori dai risparmi sulle pensioni

Pubblicato il 12 Marzo 2012 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il ministero dell’Economia ha trovato i soldi per gli ammortizzatori sociali: due miliardi di euro che vengono dai risparmi sulle pensioni. Oggi, 12 marzo, il vertice tra governo e parti sociali potrebbe dare i primi risultati.

Secondo quanto scrive Repubblica il governo avrebbe trovato i due miliardi necessari per coprire il nuovo meccanismo di ammortizzatori sociali che scatterà nel 2017: questi soldi verrebbero dalla riforma delle pensioni.  Con la nuova previdenza lo Stato risparmierà, infatti, 6 miliardi dal 2013, circa 23 entro il 2017.

Oltre alla cassa integrazione ordinaria, prevista per difficoltà temporanee, dovrebbe restare in vigore anche quella straordinaria, che però sarà concessa solo in caso di ristrutturazioni, e non più, come oggi, in caso di cessazione aziendale. Dal 2017 scomparirà la mobilità, ma continuerà ad essere versato l’assegno di disoccupazione.

I nodi ancora da risolvere sono l’articolo 18 e della flessibilità in uscita. Il governo, scrive Repubblica, sarebbe intenzionato ad estendere l’indennizzo, senza obbligo di reintegro sul posto di lavoro, anche ai casi di licenziamento economico. Gli scenari possibili sarebbero due: se Cgil non firma la parte riguardante l’articolo 18 difficilmente Cisl e Uil saranno favorevoli ad assumersi da soli il peso delle nuove regole. Se invece le parti sociali non saranno chiamate a firmare il punto la riforma si farà.

Più facile dovrebbe essere raggiungere un’intesa sull’apprendistato. Le imprese e i sindacati concordano sul fatto che il contratto d’apprendistato debba diventare per i giovani la forma d’ingresso prevalente nel mondo del lavoro.

Il governo vuole potenziare questa forma di contratto, ma al lavoratore deve essere data davvero una formazione che gli consenta di maturare professionalmente, e non solo un modo per l’azienda di ottenere benefici contributivi e la possibilità di inquadrare l’apprendista due livelli sotto il grado che gli spetterebbe: per questo potrebbe essere inserito l’obbligo di certificazione della formazione fornita. Il ministro Elsa Fornero ha già annunciato “tolleranza zero” verso l’uso improprio dell’apprendistato.