Le previsioni di Obama sul calo della disoccupazione non convincono l’elettorato

Pubblicato il 28 Aprile 2010 - 11:19 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente Barack Obama esalta i suoi sforzi per diminuire la disoccupazione, ma ha che fare con un elettorato sempre più scettico che ci riesca. Durante le sue prossime visite nello Iowa, in Illinois e nel Missouri, Obama cercherà di convincere la gente che le sue politiche economiche stanno funzionando, a quanto scrive l’Associated Press, nonostante un tasso di disoccupazione che secondo gli analisti rimarrà dolorosamente alto ancora per mesi se non per anni.

Questi elettori scettici del futuro – molti di loro indipendenti che hanno facilitato la vittoria di Obama – saranno nuovamente la chiave delle sue prospettive di rielezione nel 2012. E i democratici in generale avranno bisogno degli indipendeni ancora prima, ovvero in occasione delle elezioni di medio termine previste a novembre.

”Alla fine dei conti i democratici afronteranno la campagna elettorale di novembre con una situazione economica che non gli sarà certo favorevole”, ha dichiarato al Nyt William Galston, ex-consulente del presidente Bill Clinton ed ora docente alla Brookings Institution.

E’ pur vero che le ultime previsioni economiche indicano segnali di progresso: gli impieghi sono aumentati lo scorso mese più rapidamente che negli ultimi tre anni; l’industria manifatturiera sta crescendo; e le richieste di sussidi per la disoccupazione diminuiscono.

Ma il tasso di disoccupazione, quello a cui per primo guarda la gente, è rimasto inchiodato al 9,7 per cento negli ultimi tre mesi, il che significa che gli americani disoccupati sono 15 milioni, un numero che resterà invariato per tutto il 2010.

Si tratta di una realtà molto diversa da quella che l’amministrazione preventivò l’anno scorso, quando Obama raccolse i consensi necessari per varare lo stimolo economico da 787 miliardi di dollari. A quel tempo, la Casa Bianca disse che la massiccia infusione di denaro pubblico avrebbe impedito al tasso di disoccupazione di scendere sotto l’8 per cento. Ma la recessione è stata più grave di quanto non ci si aspettasse.

E sebbene l’amministrazione non fu la sola nel sottovalutare l’impatto della crisi – molti economisti indipendenti fecero le stesse previsioni iniziali – i repubblicani possono ora attaccare l’amministrazione sulla sua gestione dell’economia.

”La disoccupazione è molto più alta di quanto previsto da democratici, e noi ricorderemo costantemente all’elettorato che cosa promisero”, ha detto Ken Spain, direttore del National Republican Congressional Committee.

I sondaggi indicano che ad essere vulnerabili per la situazione economica sono sia i democratici che i repubblicani. Secondo un sondaggio dell’Associated Press-Gfk, entrambi i partiti raccolgono ora il consenso del 44 per cento dell’elettorato. Le cattive notizie per i democratici sono che fino a quattro mesi fa avevano sui repubblicani un vantaggio del 9 per cento.