Licenziamenti a Melfi. Fiom: “Fiat arrogante”

Pubblicato il 24 Marzo 2012 - 19:21 OLTRE 6 MESI FA

POTENZA – Non reintegrare i tre operai licenziati a Melfi (Potenza) e', da parte della Fiat, ''irriguardoso nei confronti della Giustizia'', ma anche una ''dimostrazione di arroganza datoriale'' anche verso la Fiom. Lo hanno detto i legali della Fiom-Cgil, commentando le motivazioni alla sentenza della Corte di appello di Potenza.

Secondo gli avvocati Franco Focareta, Alberto Piccinini, Lina Grossi e Massimo vaggi, infatti, sono ''venute meno'' le motivazioni che hanno spinto la Fiat a non riammettere in fabbrica i tre operai. Infatti, il processo si e' concluso del tutto e non e' possibile per due dei tre licenziati (che erano delegati della Fiom) fare attivita' sindacale (come l'azienda aveva deciso di permettere loro, in un primo momento) ''per avere la Fiat disdetto l'accordo interconfederale sulle Rsu, consentendo la nomina di Rsa solo alle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo di gruppo''.

I quattro legali sostengono che la Fiat vuole ''in tutti i modi tenere fuori dagli stabilimenti'' la Fiom, ''come del resto e' evidente dalla mancata assunzione di iscritti alla Fiom a Pomigliano''. Le motivazioni della sentenza della Corte di appello di Potenza dimostrano, secondo i legali della Fiom, che i licenziamenti dell'estate del 2010 furono ''non solo pretestuosi ed ingiustificati ma anche, nel momento in cui andarono a colpire, tra tanti sindacalisti presenti, solo quelli della Fiom, antisindacali''.